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Starlink pianifica più lanci in Africa, ma servono più cavi sottomarini. Dal Kenya un promemoria

In Africa prosegue una consistente espansione dell’accesso a Internet. Tuttavia, questa famelica connettività è ancora la più bassa rispetto al resto del mondo e, soprattutto, permangono delle forti variazioni tra una zona e l’altra. Con l’88,1%, secondo Statista, il Marocco è il Paese che ha registrato la più alta penetrazione. Da Starlink stanno arrivando alcune soluzioni. Ma, al momento, l’opzione più essenziale riguarda l’aumento delle reti sottomarine, e in questi giorni il Kenya ce lo ha ricordato. 

Nonostante il continente africano stia sperimentando una fase di sviluppo della propria rete sottomarina delle telecomunicazioni, il numero di cavi a disposizione è ancora troppo limitato, così le interruzioni hanno un impatto eccessivamente gravoso. I progressi negli investimenti compiuti negli ultimi anni, dunque, non sono ancora sufficienti, serve un aumento delle rotte destinate a supportare la connettività africana.

A febbraio, alcuni collegamenti africani sono stati danneggiati nel Mar Rosso. A marzo, quattro principali cavi del continente hanno subito danni all’altezza della Costa d’Avorio. Dopo questo episodio, diversi crolli della connettività erano stati registrati in alcune zone dell’Africa. Per esempio, in Ghana, i problemi causati alla connettività di Internet, hanno ritardato la chiusura della Borsa, poiché le trattative avevano subito un’interruzione forzata.

Nel frattempo, Elon Musk sta ampliando le possibilità offerte dalle reti satellitari con Starlink. Il primo lancio africano è avvenuto nel 2023, in Nigeria. Altri lanci si sono susseguiti in Ruanda, Mozambico, Kenya, Malawi, Zambia, Benin ed Eswatini. Per il 2024, secondo quanto riportato da TeleGeography, sono stati pianificati altri 17 lanci che verranno effettuati entro la fine dell’anno. L’obiettivo del colosso privato aerospaziale SpaceX è quello di fornire l’accesso a Internet soprattutto nelle aree remote. 

Martedì, mentre andavano in scena le proteste dei manifestanti #RejectFinanceBill2024, il Kenya ha registrato una drastica riduzione della connettività Internet. Per NetBlocks, martedì sera la connettività nel Paese era scesa attorno al 42%. La società civile ha letto questa interruzione della rete come una interferenza mirata a danneggiare le proteste in corso. Safaricom, il maggiore operatore di rete in Kenya, ha fatto sapere che il rallentamento era da attribuire a danni registrati a carico di due cavi sottomarini. Tant’è che anche Uganda, Burundi e Ruanda, che sono collegati agli stessi cavi, hanno riportato una riduzione della connettività. David Mugonyi, direttore generale e amministratore delegato dell’Autorità per le comunicazioni del Kenya (CA), ha tenuto a precisare che danni di questo tipo sono fortemente lesivi per l’economia digitale del Paese. Ancora secondo NetBlock, per ogni ora di blocco totale di Internet, il Kenya perde circa 1,8 miliardi di scellini del proprio PIL. Questi dati devono essere letti anche alla luce del fatto che il Paese è un attento promotore dell’uso di soluzioni di finanza digitale come M-PESA, Mula, PesaLink e Pesapal. Cittadini, aziende, PMI e grandi privati hanno imparato a sfruttare i vantaggi delle transazioni digitali. Questi avanzati sistemi dell’economia digitale, ad ogni modo, ricordano quanto sia importante per l’Africa sviluppare una fitta rete di cavi delle telecomunicazioni sottomarine. Infatti, se il numero di cavi rimane pressoché limitato, gli impatti di possibili interruzioni sarebbero ancora di più amplificati. 

Gaia Natarelli – PhD student

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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