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-Il senso di Bergoglio per la buona politica-

Tra spiritualità e testimonianza, Papa Francesco ha proposto una visione della politica fondata sulla dignità della persona, restituendo forza pubblica al cristianesimo nel tempo dell’algoritmo

Una riflessione di Pino Pisicchio

In un tempo che, con l’egemonia dell’algoritmo, sembra più affascinato dalla numerosità piuttosto che dalla qualità, anche il lungo commiato di Papa Francesco dal suo popolo è stato occasione di valutazione statistica, quasi una hit parade con tanto di classifica dei funerali più partecipati, riconoscendone, comunque, l’ottima posizione accanto a Giovanni XXIII e a Papa Wojtyla. Stupefacente, non c’è dubbio, il consenso corale ricevuto dal pontefice gesuita e francescano, dopo l’accoglienza perplessa di molti al suo arrivo e la critica a fior di labbra di parecchi nel dodicennio del suo papato, quando, proprio a voler essere benevolo, c’era chi si sforzava di giustificare certe sue prese di posizione rammentandone l’origine latino-americana e dunque l’ineluttabile implicazione con la radicalita’ della teologia della liberazione o l’essere conterraneo di Peron e del suo stile populista. O le due cose assieme.

Il punto è che nel buco nero della deprivazione da ogni senso che ha intrappolato il dibattito pubblico globale, un pensiero “forte” come quello testimoniato da Bergoglio è apparso anche “troppo”, inondando e spiazzando la politica stessa. Un pensiero altrettanto forte, incarnato da Papa Wojtyla nell’89 fece crollare muri e regimi e questo forse ha lasciato in giro un retrogusto allarmato sulla “politicità” del cristianesimo.

Non mancheranno, ovviamente, analisi ed esegesi delle opere di Francesco, delle encicliche, costituzioni apostoliche, motu propri, bolle apostoliche, lettere pontificie, che ne descriveranno la potente portata teologica. Non mancherà chi saprà leggere il forte linguaggio del suo corpo, elemento fondante di una comunicazione moderna e consapevole, pur nell’innocenza spontanea delle movenze e dei gesti. Prestissimo si capirà anche la portata delle sue scelte per le istituzioni interne, nell’ordinamento della Chiesa, a cominciare dalla composizione del collegio dei “grandi elettori” chiamati ad eleggere il suo successore.

Ma forse qualcosa di politicamente rilevante è già leggibile oggi. Beninteso: l’antica tentazione di buttare tutto in politica riducendo il complesso bagaglio di una fede religiosa ad un programma elettorale resta un errore oggi come lo era, in Italia, ai tempi della DC, che peraltro non ha mai mancato di segnare il confine tra testimonianza religiosa e militanza politica, incontestabilmente laica. Tuttavia, proprio per la debolezza del pensiero circolante oggi in Italia e nel resto del mondo democratico-liberale, la forza delle idealità testimoniate da Bergoglio diventa più travolgente.

In realtà Francesco attinge direttamente da Cristo, dallo slancio vitale dell’impulso messianico che sta dentro la Storia e la travolge, imprimendo un’Etica nuova che trova fonte nell’amore, declinato anche sotto forma di misericordia, che riequilibra e corregge l’Etica ebraica, fondata sulla giustizia, intrinsecamente adiafora alle ragioni della carità. Dalla peculiarità del cristianesimo, infatti, per Habermas deriva l’universalismo egualitario, fonte della democrazia moderna, valore su cui si edifica la “convivenza solidale” e il bouquet dei “diritti dell’uomo” accolti nelle costituzioni europee del secondo novecento. Ovviamente tutto questo non coincide con una definizione di “partito politico”, almeno nel senso attribuito al lemma nel lessico ordinario della politica. Semmai più giusto apparirebbe il ricorso alla parola “comunità” che si addice ad uno spazio di condivisione non necessariamente coniugato con l’idea di “parte”. Quanto alle parole chiave della “politica” di Papa Francesco, si possono agevolmente raccogliere in un lessicario costituzionale: c’è,prima d’ogni cosa, “pace”, e poi “anteriorità della persona umana” davanti persino allo Stato, c’è solidarietà operante per i diseredati, c’è lotta alle ingiustizie sociali, c’e’ uno sguardo costante rivolto ai migranti, che fra i diseredati sono oggi davvero gli ultimi, c’è pietas per i soggetti sociali più fragili, come le donne, i vecchi, i bambini, e chi vive in un corpo sbagliato. Sono, a ben vedere, le norme-principio della Costituzione Italiana, che non a caso ebbe tra le fonti di ispirazione il pensiero di Maritain e Mounier, i filosofi cattolici del personalismo comunitario e dell’umanesimo integrale. 

Se la traduzione di quei principi è fatto politico parliamo dunque di politica. Di “buona politica”, però, così distinguiamo e ci capiamo prima.
 
 
 

-ReArm Europe Plan / Readiness 2030-

In un’epoca di rapidi cambiamenti geopolitici, l’Unione Europea sta intensificando gli sforzi per proteggere i propri cittadini e rafforzare le proprie capacità di difesa.

La preparazione è fondamentale: assumerci la responsabilità della nostra sicurezza significa investire in una difesa solida, salvaguardare la nostra gente e garantire di avere le risorse per agire quando necessario. 

Il White Paper per la difesa europea – Readiness   fornisce una visione per riarmare l’Europa attraverso: 

  • garantire che l’industria europea della difesa possa produrre alla velocità e al volume richiesti 
  • facilitare il rapido spiegamento di truppe e risorse militari in tutta l’UE 

L’aumento della spesa per la difesa sarà “made in Europe”: garantendo sia la nostra sicurezza a lungo termine sia i benefici economici per tutti i paesi dell’UE. Aiuterà inoltre l’UE a rispondere all’urgenza a breve termine di sostenere l’Ucraina

Scarica il White Paper: Joint White Paper for European Defence Readiness 2030

Scarica la scheda riepilogativa REARM Europe: ReArm Europe

Scarica la lettera della Presidente Von der Leyen sulla Difesa:Letter_by_President_von_der_Leyen_on_defence.pdf

"Dalla geopolitica alla sicurezza aziendale
per la difesa degli interessi italiani"

Il 12 novembre 2024 si è tenuto presso il Palazzo ENI di Roma l’evento intitolato “Dalla geopolitica alla sicurezza aziendale in difesa degli interessi italiani” .

Organizzato dal Centro Studi GEODI in collaborazione con ENI, l’evento ha offerto una piattaforma per analizzare le attuali minacce al Sistema Paese ed esplorare strategie di resilienza per le aziende. Particolare enfasi è stata posta sulle normative NIS 2 e CER, favorendo lo scambio di soluzioni pratiche e promuovendo collaborazioni per migliorare un’efficace risk management

All’evento hanno partecipato personalità di spicco del mondo accademico, militare e aziendale, nonché una delegazione di studenti dell’Università degli studi internazionali.

Tra i relatori Alfio Rapisarda, Head of Global Security Eni e Docente UNINT, Ciro Sbailò, Direttore del Centro Studi GEODI, e il Generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore della Difesa. A moderare il dibattito Fausto Biloslavo, reporter di guerra e Docente UNINT.

Durante l’evento, tenutosi seguendo la Chatham House Rule, sono state analizzate le sfide nel recepimento della Direttiva CER (Critical Entities Resilience), con un focus sull’armonizzazione normativa e la necessità di un dialogo costante tra istituzioni europee e nazionali.

Le infrastrutture marittime, come cavi sottomarini, porti, basi navali, gasdotti e impianti energetici offshore, sono state oggetto di attenzione per il loro ruolo centrale e per i rischi che comportano, inclusi attacchi cibernetici e disastri naturali. Particolare rilievo è stato dato alla dimensione subacquea, considerata una frontiera emergente per la sicurezza, con implicazioni dirette sulla protezione delle infrastrutture essenziali per la connettività e l’approvvigionamento energetico.

Il rischio terroristico, con particolare attenzione alle azioni di non-state actors, è stato approfondito nel contesto della crescente complessità delle minacce globali. Sono state analizzate le sfide poste dalla guerra ibrida e dalle minacce non convenzionali, che combinano strumenti tradizionali e innovativi per destabilizzare le infrastrutture critiche e compromettere la sicurezza nazionale. Questo approccio multidimensionale delle minacce include attacchi informatici, disinformazione, sabotaggi e interferenze nelle reti energetiche e logistiche. L’importanza di strategie preventive e della cooperazione internazionale è stata sottolineata come chiave per affrontare scenari sempre più sofisticati e interconnessi.

È stato, infine, affrontato anche il tema delle competenze richieste nel mondo del lavoro, con un focus sulla formazione di professionisti capaci di gestire la sicurezza e il rischio in un contesto in rapida evoluzione.

DOSSIER LIBIA
-esclusiva GEODI-

A tredici anni dalla caduta di al-Gheddafi, la Libia rimane profondamente divisa tra due centri di potere opposti a ovest e a est, con un panorama politico frammentato dominato da milizie e gruppi armati. Questa instabilità si replica a diversi livelli sociali e politici, creando un sistema complesso e interconnesso, ulteriormente aggravato dall’ingerenza di attori internazionali. 

L’instabilità libica genera ripercussioni globali, alimentando migrazioni incontrollate, conflitti armati e reti criminali, minacciando la sicurezza del Mediterraneo e del Sahel.

Per aver accesso al dossier completo invia una mail a: geodi@unint.eu 

Notizia principale

ReArm Europe. Le nuove prospettive geopolitiche dell’Unione europea

Lo scorso 13 maggio, presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT) si è tenuto l’evento “ReArm Europe. Le nuove prospettive geopolitiche dell’Unione europea”.
Il convegno è stato organizzato con l’obiettivo di realizzare un momento di riflessione, approfondimento e aggiornamento sulle politiche europee in materia di difesa e riarmo.
Numerosi gli interventi di accademici ed esperti, che hanno delineato l’attuale quadro legislativo e politico-istituzionale europeo al fine di tracciare le future prospettive geopolitiche dell’Unione.

ReArm Europe. Le nuove prospettive geopolitiche dell’Unione europea

Lo scorso 13 maggio, presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT) si è tenuto l’evento “ReArm Europe. Le nuove prospettive geopolitiche dell’Unione europea”.
Il convegno è stato organizzato con l’obiettivo di realizzare un momento di riflessione, approfondimento e aggiornamento sulle politiche europee in materia di difesa e riarmo.
Numerosi gli interventi di accademici ed esperti, che hanno delineato l’attuale quadro legislativo e politico-istituzionale europeo al fine di tracciare le future prospettive geopolitiche dell’Unione.

Video intervista con il Direttore, Ciro Sbailò

"Releasing them would trigger a chain reaction that these structures can no longer absorb"

Weekly Keyword: STAKELOCK

Recap: GEODI WEEKLY KEYWORD STAKELOCK

"La posta in gioco"

A cura di Fausto Biloslavo

Scuola di scienze della politica

Diretta dal professore Pino Pisicchio

La Scuola di scienze della politica, giunta alla sua X edizione, poggia su due pilastri: politico-costituzionale, con particolare riferimento all’evoluzione della vita istituzionale ed economica italiana, e storico e internazionalistico, con un’attenzione alle dinamiche dell’area mediterranea e del quadrante euroasiatico.

Il percorso formativo è finalizzato alla comprensione e all’analisi delle più significative variabili socioeconomiche e politiche in Italia, in Europa e sullo scacchiere globale. Sia l’attività formativa che la ricerca fornite dalla Scuola si ispirano ai principi costituzionali del pluralismo politico, ideologico, religioso e culturale, intesi come elementi vivificanti di un sistema democratico al fine di far crescere tra i cittadini, in particolare tra i giovani, la consapevolezza dei diritti legati alla cittadinanza e alla partecipazione attiva ai processi decisionali.

A tal fine è assicurata la collaborazione con i centri di formazione politica e culturale presenti nelle istituzioni nazionali e internazionali e l’attingimento, per le attività di alta formazione e di ricerca, a risorse qualificate di docenti, rappresentate dal mondo accademico e da esperti del mondo culturale e delle istituzioni politiche e delle diverse aree produttive del sistema Paese.

"Una delle punizioni dovute al rifiuto di partecipare alla politica è che finisci con l’essere governato da tuoi inferiori"
Platone

Approfondimenti

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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