GEODI – UNINT

La geopolitica interna e l’attentato di Ankara

In una democrazia il terrorismo mira a destabilizzare il quadro politico e sociale. In cambio di una maggiore sicurezza si è disposti ad una compressione dei diritti. In un’autocrazia, invece, il terrorismo ambisce a esercitare un contropotere.

In una democrazia il terrorismo mira a destabilizzare il quadro politico e sociale. In cambio di una maggiore sicurezza si è disposti ad una compressione dei diritti. In un’autocrazia, invece, il terrorismo ambisce a esercitare un contropotere.

L’attentato in Turchia dello scorso 23 ottobre ne è una conferma.

Perché attaccare un’azienda aerospaziale nei pressi di Ankara? Stiamo parlando della capitale della Turchia e seconda città del Paese per numero di abitanti, circa 5,6 milioni, nonché sede del parlamento turco, del governo, oltre che delle rappresentanze diplomatiche straniere.

Perché l’attentato è stato compiuto mentre il Capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, si trovava al vertice dei Brics in Russia e stava incontrando il presidente Vladimir Putin?

L’attentato di qualche giorno fa alla sede della Turkish Aerospace Industries (Tai), ove erano presenti migliaia di impiegati, ha visto 5 morti e 22 feriti. E’ ancora senza un chiaro perché, anche se sono diverse le ipotesi che si delineano, a partire dalla rivendicazione del PKK, movimento terrorista curdo.

Il fatto

Tutto comincia con una forte esplosione, il 23 ottobre scorso, davanti ai cancelli della sede dell’Industria aerospaziale (Tusas) in provincia di Ankara, a Kahramankazan, una cinquantina di chilometri dalla capitale. 

Due persone armate entrano sparando in continuazione. Il ministro dell’Interno Ali Yerlikaya ha subito definito l’attacco “terroristico”. 

Secondo la rivendicazione riportata su Telegram, sarebbe stato portato a termine “da una squadra del “Battaglione degli immortali” ” per inviare “avvertimenti e messaggi contro le pratiche di genocidio, i massacri e le pratiche di isolamento del governo turco”. 

”Il nostro obiettivo è una Turchia senza terrorismo” e ”su questo non scenderemo a compromessi”, afferma invece il presidente turco Recep Tayyip Erdogan secondo l’agenzia di stampa Anadolu, ripresa dall’Ansa. 

Un’altra affermazione di Erdogan però fa riflettere: “Gli Stati Uniti utilizzano le organizzazioni terroristiche nella regione per i propri interessi e per la sicurezza di Israele”.

Alla luce del conflitto in corso tra Israele e Hamas, e del fatto che la Turchia non è un Paese arabo, ma il 99% degli abitanti è di religione islamica, questa frase ha un peso.

Illesi gli undici tecnici italiani che si trovavano nell’area. Per la maggior parte si trattava di dipendenti di Leonardo, presenti per una collaborazione industriale nell’ambito di programmi aeronautici con la Turchia. I due terroristi, un uomo e una donna, sono stati in seguito uccisi dalle forze speciali, ma uno degli assalitori avrebbe preso in ostaggio undici persone prima di essere eliminato. 

Cos’è il PKK?

Il PKK è un’organizzazione politica e paramilitare diffusa nell’altopiano del Kurdistan, sostenuta da masse popolari prevalentemente agricole nel sud-est della Turchia (Kurdistan turco), ma anche in Iraq (Kurdistan iracheno), cioè in zone popolate dell’etnia curda. 

Il Kurdistan non è uno stato. È una regione geografica con una connotazione geopolitica ed è composta dal Kurdistan turco, iracheno, siriano, iraniano. 

Il PKK, fondato nel 1978, con 32.800 iscritti, inizialmente era un’organizzazione di stampo marxista-leninista che aspirava, insieme ad altri partiti minori, alla fondazione di uno stato curdo indipendente. 

Poi l’orientamento ha virato verso il confederalismo democratico, ma  da anni il movimento è accusato di atti terroristici contro civili. 

Il regime turco lo considera un sindacato criminale, che finanzierebbe la propria attività insurrezionale con proventi di reati, tra cui il traffico di stupefacenti. 

È un’organizzazione terroristica per l’Ue, gli Usa e la Turchia, anche se un orientamento lo considera invece una legittima forza politica di resistenza, e l’iscrizione nella lista Ue delle organizzazioni terroristiche è stata ampiamente criticata.

Il contesto

L’attacco contro la sede dell’Industria dell’aeronautica si verifica un giorno dopo l’appello lanciato dal segretario del partito di estrema destra turca Mhp, Devlet Bahceli, a Abdullah Ocalan, il leader del Pkk imprigionato dal 1999 in regime di isolamento. 

Un invito a venire in Parlamento per annunciare lo scioglimento del gruppo e la fine del terrorismo. C’erano state voci su una possibile riapertura del processo di pace tra il governo turco e il Pkk, dopo che tra il 2013 e il 2015 c’era stato un periodo di tregua tra l’esercito e il gruppo.

Tra il 2015 e il 2016 l’Isis e gruppi vicini al Partito dei lavoratori del Kurdistan avevano rivendicato l’uccisione di centinaia di persone.

A gennaio di quest’anno un uomo è stato ucciso in una chiesa di Istanbul (attacco rivendicato dall’Isis), e sempre a Istanbul nel novembre del 2022 c’erano stati sei morti e 81 feriti durante un’esplosione in una via centrale  (il governo turco aveva accusato il Pkk, che però aveva negato la responsabilità).

Informazione condizionata o confezionata in Turchia?

Nella classifica del World Press Freedom Index 2024, l’indice sulla libertà di informazione nel mondo, pubblicato ogni anno in occasione della Giornata mondiale sulla libertà di stampa, la Turchia è giù,  al 158° posto su 180 stati.

Il governo di Ankara ha  bloccato Instagram, YouTube e X, mentre un tribunale ha imposto a tv e radio il divieto di diffondere notizie sull’attentato. 

Elisa Latella – PhD Candidate

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT

Via Cristoforo Colombo, 200 - 00147 Roma | C.F. 97136680580 | P.I. 05639791002 | Codice SDI: M5UXCR1 | Mail: geodi@unint.eu