La Geopolitica culturale del Giappone in Africa: il caso del nuovo museo egizio
- 29 Ottobre 2024
C’è la geopolitica culturale del Giappone dietro i fasti del Nuovo Museo Egizio di Giza, le cui prove generali di apertura sono avvenute lo scorso 16 ottobre.
Finalmente, dopo numerosi rinvii dovuti alla pandemia da Covid 19 e alle tensioni dell’area mediorientale, i visitatori hanno potuto ammirare oltre 10.000 opere facenti parte della mostra permanente. Ne dà notizia con grande enfasi il quotidiano The Japan Times. Il GEM (Grand Egyptian Museum) è stato infatti costruito anche grazie ai finanziamenti del Paese del Sol Levante, che ha concesso prestiti a basso interesse per un totale di circa 84.2 miliardi di yen. Al restauro dei reperti archeologici ha inoltre collaborato l’Agenzia Internazionale di cooperazione giapponese (JICA).
Situato a circa 2 chilometri dal celebre complesso delle piramidi di Giza, vicino a Il Cairo, con i suoi 100.000 reperti dell’antico Egitto, il GEM sarà uno fra i più grandi musei del mondo dedicati a una singola civiltà.
Con l’apertura definitiva – la cui data è ancora da stabilire – i visitatori in futuro potranno godere della vista di ben 5.000 manufatti risalenti all’era di Tutankhamon, tra cui la maschera aurea funebre del faraone, e della famosa nave di Cheope.
L’ambasciatore giapponese in Egitto Hiroshi Oka – osserva il Japan Times – ha salutato la pre-apertura del Nuovo Museo Egizio come il risultato della stretta collaborazione tra Egitto e Giappone.
Le relazioni del Giappone con il continente africano si sono intensificate a partire dal 2008.
L’occasione è stata la quarta Conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo africano, quando è stato assegnato per la prima volta il premio Hideyo Noguchi Africa. Il prestigioso riconoscimento è rivolto agli scienziati che hanno apportato un contributo significativo alla ricerca medica nell’area.
Un punto di svolta è avvenuto nel 2022, quando a Tunisi si è tenuto il TICAD (Tokyo International Summit for the development of Africa). Con uno stanziamento di 30 miliardi di dollari, esso ha gettato le basi per il partenariato Africa-Giappone. Il prossimo vertice si terrà nel 2025 a Yokohama.
Tra Giappone ed Egitto gli scambi diplomatici sono di lunga data. Essi risalgono addirittura al 1922, quando il primo riconosce l’indipendenza del secondo, per aprire poi nel 1926 il primo proprio consolato generale ad Alessandria. All’istituzione nel 1953 di una sede di rappresentanza da parte de Il Cairo a Tokyo, segue nel 1957 un Cultural Agreement tra i due Paesi.
Nel tempo, l’intenso rapporto tra Giappone ed Egitto è stato suggellato, oltre che dall’istituzione delle rispettive ambasciate nelle capitali dei due Paesi, anche da solidi scambi economico-finanziari. Ne è testimonianza la recente costruzione del GEM (Grand Egyptian Museum). Secondo la Banca Centrale Egiziana, nel biennio 2021/2022 gli Investimenti Diretti del Giappone in Egitto sono stati pari a 73.7 milioni di dollari.
Nell’ambito delle relazioni nippo-egiziane riveste un ruolo di primo piano il progetto Kusanone, mirato al benessere socio-economico dei Paesi in via di sviluppo. Lanciato in Egitto nel 1994, nel suo trentesimo anniversario – ricorrente proprio quest’anno – esso conta nel Paese ben 179 iniziative in collaborazione con 129 ONG locali. Il suo finanziamento complessivo da parte giapponese è di 10 milioni di dollari. Di particolare rilevanza è anche l’istituzione della Egypt-Japan University of Science and Technology (E-JUST), con sede ad Alessandria. Inaugurata nel 2010 con l’intento di creare un polo universitario nazionale per la ricerca, e allo stesso tempo un hub accademico per l’intero Medio Oriente, si avvale di un costante supporto giapponese.
Le relazioni bilaterali Egitto-Giappone si rivelano oggi ad ampio spettro, essendosi concretizzate in solidi legami politici, diplomatici, culturali ed economici. Il summit tenutosi in Egitto ad aprile 2023 alla presenza del presidente al-Sisi e del primo ministro Kishida, ha visto l’adozione di una partnership strategica destinata nei prossimi anni a consolidare ancor più gli scambi tra i due Paesi.
Donata Zocche – PhD student