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Il crinale geopolitico del Libano

Il conflitto che sta interessando la parte meridionale del Paese sta portando a dure conseguenze dal punto di vista interno, con un impatto diretto sulle infrastrutture, proprietà e capacità produttiva. Sono visibili anche conseguenze indirette legate, in particolar modo, ad un’ampia crisi economica.

Il conflitto che sta interessando la parte meridionale del Paese sta portando a dure conseguenze dal punto di vista interno, con un impatto diretto sulle infrastrutture, proprietà e capacità produttiva. Sono visibili anche conseguenze indirette legate, in particolar modo, ad un’ampia crisi economica. 

Il segmento bellico del conflitto israelo-palestinese sta anche rendendo il Paese più dipendente, dal punto di vista energetico, da attori regionali, già in passato intervenuti a sostegno di Beirut come l’Egitto, tramite vendite di carburante e l’Algeria, con donazioni.

Gli scontri tra Hezbollah e l’esercito israeliano alimentano un aspro dibattito interno che ha visto il leader delle Forze libanesi, Samir Geagea, uno dei principali avversari politici di Hezbollah, accusare il governo di aver tradito il Libano, accettando inerte che fosse il partito-milizia sciita a decidere sulle sorti libanesi. Le critiche a Hezbollah sono arrivate anche da altre figure della componente cristiana della scena politico-istituzionale nazionale, come il patriarca maronita Bechara al-Rai.

Inoltre, il suddetto scenario bellico sta portando ad un’estensione della paralisi politico-istituzionale che blocca il Paese dall’autunno 2022. In particolare, la questione legata all’elezione del nuovo presidente della Repubblica si sta sempre più complicando e questa mancanza sta, di conseguenza, interessando anche le nomine di un nuovo governo (dimissionario dalla primavera del 2022) e quella di numerosi funzionari in posizioni istituzionali rilevanti (il Presidente della Banca centrale, il Capo dei servizi di intelligence e quello dello Stato Maggiore dell’esercito). 

Un ulteriore scenario di instabilità in Libano è dato dagli attacchi contro i contingenti internazionali impegnati per la missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon). In particolare, concentrandoci sulla presenza italiana in suolo libanese, si ricorda l’attacco subito nell’Ottobre 2024 dove le forze di difesa israeliane hanno preso di mira il quartier generale di Naqura e le due basi militari italiane 1-31 e 1-32 A, con conseguente danneggiamento di veicoli, telecamere e sistemi di comunicazione.

L’ultimo, il 22 novembre, ha visto dei missili di Hezbollah colpire il quartiere generale italiano nel sud del Libano (base UNP 2-3 di Shama) e causare 4 feriti non gravi tra i soldati. Quanto accaduto ha anche avuto due antecedenti: il 15 novembre, una granata inesplosa era caduta sulla palestra della base (senza causare feriti) e il 19 novembre quando cinque soldati italiani sono stati tenuti sotto osservazione nell’infermeria della base.

Vanni Nicolì – PhD Candidate

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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