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Fattore umano: una priorità per il futuro militare dell’Italia. Così, il generale Portolano al Senato

“Il fattore uomo resta e resterà sempre cruciale. Determinante, in quanto abilitante per l'efficacia dello strumento militare”. Il Capo di Stato Maggiore ha parlato della “necessità di incrementare gli organici del personale militare superando le riduzioni introdotte dalla Legge 244/2012”. Nonché di “favorire il ringiovanimento dello strumento militare attraverso una revisione delle modalità di reclutamento e di formazione”.

“Il fattore uomo resta e resterà sempre cruciale. Determinante, in quanto abilitante per l’efficacia dello strumento militare”. Il Capo di Stato Maggiore ha parlato della “necessità di incrementare gli organici del personale militare superando le riduzioni introdotte dalla Legge 244/2012”. Nonché di “favorire il ringiovanimento dello strumento militare attraverso una revisione delle modalità di reclutamento e di formazione”. 

 

Il 27 novembre scorso, al Senato, il Presidente della III Commissione permanente Affari esteri e difesa, onorevole Stefania Craxi, ha aperto l’audizione del Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano. Durante il suo intervento, il generale ha illustrato i principali contenuti del Documento Programmatico Pluriennale (DPP) della Difesa per il triennio 2024-2026. Questo strumento, inviato alle Camere dal Ministro Crosetto, si configura come parte integrante del processo di ammodernamento e rinnovamento delle Forze Armate.

 

Tra le priorità elencate dal generale, dunque, l’incremento degli organici. Una manovra finalizzata anche a promuovere “i settori di alta valenza operativa e le articolazioni poste a presidio dei nuovi domini cyber e spazio”. Non solo, il generale ha sottolineato anche la necessità di valorizzare le forze di riserva. E ha lanciato un monito sull’importanza della formazione del personale, che deve tendere “verso un nuovo paradigma in cui le attività formative dovranno assumere sempre più un carattere interforze”. Tutte queste istanze devono mirare, inoltre, alla valorizzazione delle professionalità diversificate e altamente qualificate, favorendo “l’ingresso di risorse giovani di eccellenza nei settori moderni e strategici del cyber, del procurement e della comunicazione”.

 

Oltre al fattore umano, Portolano ha posto l’accento su diversi aspetti specifici. 



Il quadro politico internazionale

 

L’introduzione al documento ha delineato il contesto geopolitico globale, uno scenario connotato da “complessità” e “rapida evoluzione”. 

 

Il generale ha voluto tratteggiare gli spazi di uno scenario di competizione permanente. Oltre a parlare degli scontri aperti in Ucraina, Medio Oriente e Mar Rosso, ha evidenziato come questi epicentri di instabilità diano “vita a forme più occulte di influenza e penetrazione strategica in regioni di fondamentale interesse per la nostra nazione come il Mediterraneo allargato”. Inoltre, ha citato la conflittualità di altri teatri, i Balcani, il Caucaso, il Sahel e l’Indo-Pacifico, ricordando che la loro instabilità minaccia la sicurezza dei Paesi occidentali attraverso modalità conflittuali ibride, che fanno leva sull’uso estensivo dell’Intelligenza Artificiale, del Machine Learning e dell’analisi quantistica. Infine, ha richiamato l’attenzione su Paesi come India, Arabia Saudita e Sudafrica, che stanno emergendo come attori potenti sulla scena globale, esercitando la propria autonomia.

 

Proseguendo, ha dichiarato: “le Forze Armate sono attese da un impegno gravoso e di lunga durata che richiederà l’impiego di personale, mezzi, e materiali su ampia e crescente scala”. Sulla base di ciò, è necessario un approccio multidimensionale che coinvolga istituzioni e privati per la difesa dell’interesse nazionale. 

 

Programma di investimento

 

Il DPP prevede l’impiego della dotazione del fondo investimenti della difesa pari a 22.5 miliardi di euro per il periodo 2024-2028, seguendo un approccio orientato a “favorire le nuove progettualità dall’alto impatto strategico, tenendo conto anche delle capacità produttive dell’industria nazionale, così da generare ricadute positive anche sul tessuto economico e sull’innovazione tecnologica del Paese”. 

 

Importanza della subacquea

 

“La tutela degli interessi nazionali non può prescindere dal presidio di ambienti di emergente rilevanza strategica. Pertanto, al dominio cyber e a quello spazio, si affianca la rinnovata attenzione al dominio subacqueo, parte integrante del dominio marittimo”. Un messaggio inequivocabile. Con tale proposito, ha proseguito il generale, “il DPP prevede l’avvio di un programma per lo sviluppo di mezzi e sistemi che assicurino una concreta sorveglianza delle infrastrutture critiche subacquee, prevedendo anche l’impiego di veicoli subacquei autonomi per ISR – Intelligence, Surveillance & Reconnaissance, per i quali è stato avviato uno specifico programma con un impegno programmato di dieci milioni per le attività preliminari di studio”.

 

La capacità unmanned

 

“In tutto il settore dei veicoli unmanned, l’interesse della difesa è elevatissimo”. Per questo motivo, sono finanziati “programmi di sviluppo e di acquisizione di sistemi autonomi volti a potenziare la capacità di ricognizione, analisi, difesa e d’ingaggio nel dominio aereo e di protezione delle forze operanti nell’ambiente terrestre e marittimo”.

 

Armamenti e munizioni

 

Un altro segmento di rilevanza strategica riguarda l’adeguamento delle scorte di armamento e munizionamento. Infatti: “sono stati avviati progetti di investimento nelle capacità produttive dell’agenzia industria e difesa, così da aumentare la resilienza e l’autonomia strategica del Paese. Oltre che acquisizioni specifiche di moderno munizionamento come le Rottweil Ammunition. Lo sviluppo e l’acquisizione del missile antinave Extended Range (ER) MARTE. L’acquisizione di missili di superficie Aster sia per le batterie di difesa aerea e missilistica terrestre che per i sistemi navali”. E altri.

 

Componente terrestre

 

L’obiettivo principale è quello di rinnovare l’intera capacità di combattimento delle forze pesanti. Sono così previsti: l’ammodernamento di 125 carri Ariete, programmi di acquisizione di un nuovo Main Battle Tank, incluse le versioni derivate di supporto al combattimento e lo sviluppo di una piattaforma Army Armored Combat System (della fanteria).

Portolano ha, poi, aggiunto che lo sforzo della Difesa è diretto ad ammodernare e rinnovare i sistemi di artiglieria in tutti i suoi segmenti. “Da quello pesante, con l’ammodernamento dell’obice semovente cingolato PzH 2000. A quello medio, con l’acquisizione di un similare sistema d’arma ruotato. Oltre che nel segmento leggero, mediante lo sviluppo dell’Ultra Light Howitzer (ULH), un obice leggero, aviotrasportabile ed aviolanciabile. Inoltre, particolare attenzione viene riservata alla capacità di ingaggio e precisione in profondità mediante l’ammodernamento del Multiple Launch Rocket System (MLRS) e l’acquisizione del più moderno High Mobility Artillery Rockets System (HIMARS)”.

 

Componente marittima

 

Gli investimenti pianificati sono mirati all’ammodernamento e al potenziamento delle basi degli assetti aerei, navali e subacquei. Soprattutto, è previsto “lo sviluppo e l’acquisizione del Maritime Multi-Mission Aircraft (M3A), che consentirà di dotare la Difesa di un pregiato assetto operativo in grado di assicurare la necessità di deterrenza e potenziare la capacità di contrasto alla minaccia subacquea”. 

Si proseguirà, inoltre, con il rimodernamento della flotta navale. Attraverso due ulteriori fregate FREMM EVO, nonché con “unità navali per la difesa aerea, procedendo al contempo, all’ammodernamento della Classe Orizzonte e allo sviluppo di due classi di pattugliatori, PPX ed European Patrol Corvette (EPC)”.  

Il rinnovamento è altresì attento alla flotta sommergibili, con il programma di acquisizione U212 NFS (Near Future Submarine) in cooperazione italo-tedesca nell’ ambito di OCCAR. 

 

Componente aerea

 

Il richiamo immediato qui è per i “programmi di più ampio respiro” come Global Combat Air Program, il GCAP, che in cooperazione con Regno Unito e Giappone, ha consentito di concepire “un sistema di combattimento aereo di sesta generazione capace di operare in ambienti altamente contesi e in scenari ad alta intensità”.

Riguardo ai programmi di medio respiro, invece, è doveroso menzionare il programma internazionale F-35 Joint Strike Fighter. Tale progetto prevede “l’acquisto di ulteriori 25 velivoli, portando il totale degli assetti italiani da 90 a 115, in aderenza alle esigenze operative connesse con i nuovi presumibili scenari operativi futuri”. Questo incremento assicurato dall’ulteriore acquisizione di 15 F35-A e 10 F35-B “impiegabili anche su nave Cavour, e in futuro su nave Trieste che sarà consegnata alla Marina militare il prossimo 7 dicembre, risponde ai requisiti qualitativi della NATO in termini di capacità stealth dei velivoli di quinta generazione”.

 

Dati di bilancio e sostenibilità finanziaria

 

Il generale ha anche evidenziato il trend negativo, consolidatosi nel tempo, riguardo alle risorse finanziarie complessive a disposizione della Difesa. Chiarendo che questa tendenza compromette l’adeguatezza delle operazioni tecnico-logistiche manutentive e la salvaguardia dei necessari standard di sicurezza. La conseguenza più preoccupante è l’invecchiamento dei mezzi e la maggiore onerosità del mantenimento dello strumento nel suo complesso.

Invertire il cambio di rotta nel bilancio della Difesa si configura anche come uno sforzo da intraprendere in accordo con l’impegno assunto in ambito NATO, riguardo il 2% del PIL entro il 2028.

L’Italia dovrà compiere importanti passi in avanti verso questa direzione, dato che le stime attuali sono ancora troppo deboli per conseguire almeno il requisito minimo necessario a “garantire il funzionamento e l’ammodernamento dello strumento militare in un contesto globale complesso e competitivo”. Per rafforzare questa visione, il generale ha citato il vicino europeo, la Francia. Un Paese che dovrebbe essere preso come esempio virtuoso dato l’impegno senza precedenti intrapreso per rafforzare il suo apparato militare. Un onere assunto attraverso “considerevoli sforzi finanziari e produttivi” per “la cosiddetta economia di guerra”.

È necessario essere in grado di difendere il Paese e salvaguardare le istituzioni democratiche in ogni momento da ogni minaccia in ogni luogo”. Così, si è avviato alle conclusioni il Capo di Stato Maggiore della Difesa. 

Gaia Natarelli – PhD Candidate e docente UNINT

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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