Attentati a New Orleans e Las Vegas: l’ombra del terrorismo d’atmosfera
- 8 Gennaio 2025

La notte dell’ultimo dell’anno, si sono verificati negli USA due attentati terroristici nelle città di New Orleans e Las Vegas.
L’attacco terroristico di New Orleans ha sconvolto la città con un bilancio tragico di almeno 14 morti e una trentina di feriti. Shamsud-Din Jabbar, un ex militare affiliato all’ISIS, ha agito da solo, come confermato dall’FBI, ma l’evento avrebbe potuto avere conseguenze ancora più devastanti. Jabbar aveva piazzato due ordigni artigianali nella zona dell’attacco, uno su Bourbon Street e l’altro a poca distanza, fortunatamente neutralizzati dalle autorità.
L’attentatore, un uomo di 42 anni originario del Texas, aveva prestato servizio militare per otto anni, anche in Afghanistan, e aveva pubblicato diversi video online prima dell’attacco, nei quali dichiarava fedeltà all’ISIS e annunciava le sue intenzioni violente. Le autorità hanno recuperato dispositivi elettronici, tra cui cellulari e laptop, che potrebbero fornire ulteriori dettagli sulle sue attività e sul modo in cui ha pianificato l’attacco. Secondo fonti di NBC News, Shamsud-Din Jabbar ha utilizzato un composto esplosivo raro nelle sue bombe artigianali, mai impiegato in attacchi terroristici negli Stati Uniti o in Europa.
Le due bombe non sono esplose, ma Jabbar aveva pianificato di farle detonare tramite un trasmettitore. Sono stati recuperati un trasmettitore e pistole dal suo camion, mentre a New Orleans sono stati trovati materiali per fabbricare bombe in una casa che aveva incendiato, cercando di distruggere prove del crimine. Il presidente Joe Biden ha confermato che Jabbar era un cittadino americano radicalizzato e ispirato dall’ISIS. Ha promesso che le indagini proseguiranno per chiarire ogni dettaglio e verificare l’eventuale presenza di complici o altre minacce. Nel frattempo, le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza a New Orleans e in altre città, compresa New York, per prevenire ulteriori attacchi.
Parallelamente, si indaga sull’esplosione di un pick-up Tesla a Las Vegas, avvenuta davanti alle Trump Towers. Matthew Alan Livelsberger, un veterano delle forze speciali USA di 37 anni e con 19 anni di carriera militare, è stato identificato come l’uomo alla guida della Tesla esplosa a Las Vegas. Livelsberger, affetto da disturbo post-traumatico da stress e che si è suicidato prima dell’esplosione, ha lasciato lettere in cui criticava la leadership degli Stati Uniti e denunciava la decadenza del paese, definendo l’esplosione un “campanello d’allarme” piuttosto che un attacco terroristico.
Nonostante inizialmente si sospettassero legami con l’attacco di New Orleans, l’FBI ha escluso connessioni dirette, pur rilevando che Jabbar e Livelsberger, erano entrambi militari e avevano prestato servizio nella stessa base per un periodo.
Le due vicende possono essere interpretate attraverso la teoria del “terrorismo d’atmosfera”, che mira a creare un clima di paura diffusa piuttosto che focalizzarsi su obiettivi specifici. Tale teoria suggerisce che gli atti terroristici non puntano solo a colpire fisicamente, ma a diffondere paura e instabilità nella società, creando un senso di vulnerabilità continuo. Nel caso di New Orleans, l’attacco brutale, combinato con i video propagandistici e la presenza di ordigni esplosivi, non solo ha causato vittime, ma ha instillato il timore di ulteriori minacce. Allo stesso modo, l’esplosione del pick-up Tesla a Las Vegas, pur non direttamente collegata, alimenta l’idea che attacchi imprevedibili possano avvenire ovunque.
Questo tipo di eventi, anche quando isolati, si intrecciano per creare un clima di terrore generalizzato, spingendo le persone a vivere in uno stato di allerta costante. L’obiettivo principale non è solo il danno diretto, ma l’erosione della fiducia nelle istituzioni, nella sicurezza pubblica e nella stabilità sociale. La presenza di ex militari in entrambi i casi può amplificare l’effetto destabilizzante, suggerendo che persino coloro che dovrebbero essere garanti della sicurezza possono rappresentare una minaccia. Questo alimenta la narrativa del terrorismo d’atmosfera, che mira a seminare divisioni e a manipolare la percezione pubblica attraverso atti simbolici e imprevedibili.
Il 3 gennaio l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti hanno avvertito le forze dell’ordine di mantenere un alto livello di allerta in tutto il paese, a causa del rischio di nuovi attentati simili a quello di New Orleans. In un memo inviato a circa 18.000 dirigenti della polizia e sceriffi, è stato sottolineato che, pur non esistendo minacce specifiche, è fondamentale rimanere vigili contro possibili attacchi.
Cinque anni fa, un rapporto di sicurezza avvertiva che Bourbon Street, una zona turistica di New Orleans, era un obiettivo ideale per un attentato con veicolo. Il rapporto evidenziava che i dissuasori non funzionavano correttamente e che le barriere dovevano essere sostituite. Sebbene la polizia avesse avviato lavori di aggiornamento in vista del Super Bowl, le nuove barriere non erano ancora pronte quando è avvenuto l’attacco.
Al momento, non ci sono prove concrete che colleghino direttamente l’attentato di New Orleans e l’esplosione del pick-up Tesla a Las Vegas. L’FBI ha escluso un legame tra i due eventi, nonostante alcune coincidenze, come il fatto che entrambi gli individui coinvolti fossero ex militari e avessero prestato servizio in basi comuni. Tuttavia, le indagini sono ancora in corso per determinare se possano esserci connessioni più profonde o se si tratti di eventi separati con dinamiche e motivazioni indipendenti.
Stefano Lovi – PhD Candidate


