Joseph Aoun: il nuovo presidente del Libano sostenuto da USA, Israele e Arabia Saudita
- 15 Gennaio 2025

Il 9 gennaio 2025, dopo oltre due anni di vacanza presidenziale, il Parlamento libanese ha eletto Joseph Aoun, comandante in capo delle Forze Armate, come nuovo Presidente della Repubblica.
La carica era scoperta dall’ottobre 2022, quando era scaduto il mandato del precedente presidente, Michel Aoun (nessun legame di parentela con Joseph Aoun). Il Parlamento aveva tentato più volte di nominare un successore, riuscendo nell’elezione solo al secondo scrutinio della tredicesima sessione.
Nel suo discorso di insediamento, Joseph Aoun ha promesso di migliorare le relazioni diplomatiche “a est e a ovest” e di «ricostruire ciò che l’aggressione israeliana ha distrutto in tutto il Libano». Ha inoltre sottolineato l’importanza di aumentare gli investimenti nelle forze armate nazionali, che, nonostante l’addestramento ricevuto dall’esercito statunitense, faticano a mantenere il monopolio legittimo della forza nel paese.
Sessantenne, Joseph Aoun è entrato nell’esercito nel 1983. La sua elezione rappresenta un passo verso lo sblocco della profonda paralisi politica in cui il Libano è immerso da diversi anni, caratterizzata da un’economia in collasso e dalle tensioni con Israele, che ha ripetutamente attaccato varie aree del paese e occupato una porzione del sud, ritirandosi solo dopo un precario cessate il fuoco stipulato a fine novembre 2024.
Il nuovo presidente dovrà ora nominare un primo ministro in sostituzione dell’attuale, in carica ad interim, e stabilire un esecutivo stabile, un processo complesso che richiede l’accordo del Parlamento. Le difficoltà nel trovare un nuovo presidente sono state dovute alla profonda frammentazione del Parlamento, diviso tra gruppi che rappresentano varie minoranze e denominazioni religiose, e tra fazioni pro e contro Hezbollah, la milizia sciita filo-iraniana che ha di fatto sostituito l’esercito libanese e detiene un’influenza politica decisiva a Beirut.
Tuttavia, l’indebolimento di Hezbollah a causa della guerra con Israele, insieme alle forti pressioni internazionali, specialmente da parte degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita, ha aperto la strada al sostegno trasversale per Joseph Aoun. Il candidato di Hezbollah, Suleiman Frangieh, ha ritirato la sua candidatura all’inizio della settimana, appoggiando Aoun, un cristiano maronita.
Per l’elezione del presidente della repubblica, è richiesta una maggioranza di due terzi in Parlamento al primo scrutinio (86 voti su 128), mentre dal secondo è sufficiente una maggioranza semplice (65 voti favorevoli). Aoun ha ottenuto 71 voti al primo turno e 99 al secondo.
Sono arrivate le congratulazioni da parte di due figure di spicco dell’UE. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ancora indisposta a causa di una polmonite acuta, ha definito la nomina di Aoun “un momento di speranza per i libanesi, che sono riusciti a unirsi per tracciare un percorso e costruire un futuro migliore”, augurandosi l’inizio di un periodo di ritrovata stabilità politica.
Joseph Aoun, 60 anni, è un militare di carriera entrato nell’esercito libanese nel 1983, considerato un ufficiale competente che ha mantenuto l’esercito unito e operativo nonostante la crisi continua del paese. Sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, principali finanziatori del Libano e dell’esercito, Aoun ha ricevuto addestramento anche negli Stati Uniti, e la sua presidenza potrebbe segnare un avvicinamento del Libano alla sfera d’influenza saudita, più in linea con gli interessi di Washington e Tel Aviv.
La sua elezione a presidente rappresenta un passo importante verso lo sblocco della paralisi politica che ha afflitto il Libano per anni. Nel suo discorso inaugurale, Aoun ha sottolineato l’importanza di garantire allo Stato il monopolio esclusivo sull’uso delle armi, suscitando preoccupazioni riguardo al futuro di Hezbollah, che ha mantenuto un atteggiamento cauto durante l’elezione.
Stefano Lovi – PhD Candidate


