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Cavo Dragone, neo-presidente del Comitato Militare NATO: la guerra costa, ma pace e sicurezza non sono gratis

“Siamo in ritardo”. Con questo inciso, in un’intervista al Corriere della Sera, il neo-presidente del Comitato Militare della NATO, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, fa il punto sulla difesa europea. Le minacce a Est e a Sud dell’Europa – spiega l’alto ufficiale - richiedono un’industria bellica comune, al fine di rispondere con mezzi efficaci e ottimizzare gli investimenti. Il trend post Guerra Fredda di riduzione della spesa per gli armamenti è stato un errore. E deve essere invertito.

“Siamo in ritardo”. Con questo inciso, in un’intervista al Corriere della Sera, il neo-presidente del Comitato Militare della NATO, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, fa il punto sulla difesa europea.
Le minacce a Est e a Sud dell’Europa – spiega l’alto ufficiale – richiedono un’industria bellica comune, al fine di rispondere con mezzi efficaci e ottimizzare gli investimenti. Il trend post Guerra Fredda di riduzione della spesa per gli armamenti è stato un errore. E deve essere invertito. 

Dal 17 gennaio, l’ammiraglio Cavo Dragone ricopre la posizione apicale dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. Il suo ruolo, svolto nel quartier generale di Bruxelles, prevede il coordinamento dell’organismo che riunisce i capi di stato maggiore della Difesa degli Stati membri dell’Unione Europea Tra i suoi compiti rientra la valutazione della fattibilità delle operazioni NATO a livello politico-diplomatico, in una fase movimentata della storia, fatta di crisi e conflitti, conseguenti al superamento dell’ordine internazionale bipolare e dei suoi blocchi contrapposti: quello filo-americano e quello filo-sovietico. 

Nel campo della difesa – dichiara Cavo Dragone – “dobbiamo spendere di più. Prima ancora, spendere meglio.” L’ammiraglio spiega che i Paesi membri della NATO e dell’Unione Europea hanno 172 sistemi d’arma differenti, mentre gli americani 35. E che la mancanza di un’economia bellica di scala europea, dovuta alla difesa della sovranità industriale nazionale, comporta spese maggiori.
L’alto ufficiale delinea per l’Europa un panorama di minaccia simile al periodo della Guerra Fredda, o persino peggiore. E aggiunge che l’invasione russa dell’Ucraina richiede un aumento degli investimenti nel campo della difesa da parte dei paesi europei, per un’equa distribuzione della spesa. Ma che l’industria bellica europea è in ritardo.
Durante la Guerra Fredda i Paesi europei della NATO spendevano in difesa il 3% del PIL. Poi la percentuale è scesa. Un errore che ora si sconta. 

Cavo Dragone, classe 1957, ha alle spalle una lunga carriera, cominciata all’Accademia Navale di Livorno e proseguita nelle scuole di volo della US Navy in Florida e in Texas. È stato il primo Comandante del Gruppo Arei Imbarcati (1991-1993).
Molti e di prestigio gli incarichi dell’ammiraglio nel grado di Comandante: della Fregata Euro a Taranto (1996), del Gruppo Aerei Imbarcati a Grottaglie (1997), della Portaeromobili Garibaldi (2002-2004), delle Forze Aeree della Marina Militare (2005-2008), del Raggruppamento Subacquei e Incursori (2008-2011), dell’Accademia Navale di Livorno (2011-2014), e del vertice interforze C.O.I. (2016).
Con all’attivo oltre 2500 ore di volo tra elicotteri e avioggetti da combattimento, Cavo Dragone ha ricoperto negli ultimi anni il ruolo di Capo di Stato Maggiore della Marina (2019-2021) e della Difesa (2021-2024). Tra le tante, ha diretto operazioni militari in Afghanistan e nel Golfo Persico, e di pace in Libano, Kosovo e Bosnia-Erzegovina. 

L’Italia vanta una lunga tradizione al comando del Comitato Militare NATO. Al vertice della massima autorità dell’organo dell’Alleanza Atlantica si sono succeduti negli anni diversi alti ufficiali italiani: il generale Giuseppe Mancinelli (1956-1957), l’ammiraglio Guido Venturoni (1999-2002), e l’ammiraglio Giampaolo di Paola (2008-2011).
Il presidente viene scelto tra i comandanti della difesa NATO, e il suo incarico dura attualmente tre anni. Deve avere ricoperto nel suo Paese il ruolo di Capo della Difesa o una posizione equivalente. Tradizionalmente è un ufficiale a quattro stelle non statunitense.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, nel suo messaggio di congratulazioni, ha definito la nomina di Cavo Dragone il riconoscimento di un ruolo nevralgico all’Italia all’interno dell’Alleanza Atlantica. Sottolineando che nel complicato contesto strategico attuale, la pluriennale esperienza dell’ammiraglio sarà indispensabile per contrastare il deterioramento della sicurezza e affrontare le sfide presenti a Est e a Sud.     

Donata Zocche, giornalista e P.h.D candidate    

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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