Israele e Hamas: tregua siglata grazie a una mediazione storica e bipartisan USA
- 23 Gennaio 2025

Un accordo atteso da mesi è finalmente entrato in vigore nella mattinata di domenica 19 gennaio 2025, segnando l’inizio di una tregua tra Israele e Hamas dopo un devastante conflitto durato 15 mesi nella Striscia di Gaza. La tregua, oltre a rappresentare una speranza concreta per la fine delle ostilità, evidenzia il ruolo decisivo della diplomazia internazionale e, in particolare, un’inedita cooperazione bipartisan tra le amministrazioni di Joe Biden e Donald Trump.
Un processo complesso e ritardato
L’accordo è entrato in vigore con un ritardo di poco più di due ore rispetto all’orario previsto. Israele ha ricevuto i nomi dei primi tre ostaggi che Hamas si è impegnato a rilasciare nel corso della giornata, come confermato da funzionari israeliani. Le autorità non hanno ancora ufficializzato le identità, attendendo il consenso delle famiglie.
Questa prima fase della tregua, mediata da Qatar ed Egitto, riflette le difficoltà di un processo negoziale che ha richiesto settimane di intensi sforzi diplomatici, culminati in un’inedita convergenza politica tra le due principali forze politiche americane.
La cooperazione Biden-Trump: un caso senza precedenti
Il raggiungimento dell’accordo è stato possibile grazie alla collaborazione tra le amministrazioni uscenti di Joe Biden e quella entrante di Donald Trump. Gli inviati Brett McGurk (Biden) e Steve Witkoff (Trump) hanno lavorato fianco a fianco a Doha, trovando un delicato equilibrio tra le richieste delle parti.
Entrambi i leader hanno rivendicato il merito del successo. Biden ha sottolineato il ruolo cruciale della sua amministrazione nell’avviare i negoziati, mentre Trump ha enfatizzato il suo approccio pragmatico come elemento determinante. Questo raro esempio di cooperazione dimostra come gli Stati Uniti possano agire in modo unitario per affrontare sfide globali complesse.
I termini dell’accordo
La tregua, della durata di 42 giorni, prevede:
Scambio di ostaggi e prigionieri: Hamas rilascerà 33 ostaggi in maniera scaglionata, in cambio della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi detenuti in Israele.
Accesso umanitario: Saranno consentiti fino a 600 camion al giorno per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
De-escalation militare: La tregua sarà monitorata per garantire che entrambe le parti rispettino il cessate il fuoco.
La guerra ha causato oltre 46.000 morti secondo il Ministero della Salute di Gaza, mentre milioni di persone hanno perso le proprie abitazioni. La tregua, pur fragile, offre una possibilità di sollievo per una popolazione duramente colpita.
Un futuro incerto ma carico di speranze
Il ritardo nell’attuazione del cessate il fuoco riflette le difficoltà di un processo negoziale segnato da diffidenza e tensioni. Tuttavia, l’accordo rappresenta un’opportunità rara per una stabilità duratura, sempre che le parti rispettino gli impegni presi e la comunità internazionale continui a garantire un attento monitoraggio.
La tregua tra Israele e Hamas non è solo un passo fondamentale per la fine delle ostilità, ma anche un esempio del potenziale impatto della diplomazia americana quando sostenuta da un approccio bipartisan. In un mondo frammentato da divisioni politiche e conflitti, questo accordo offre una lezione di cooperazione e pragmatismo, dimostrando che le grandi sfide globali possono essere affrontate solo attraverso un impegno collettivo.
Alessio Zattolo – PhD Student


