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La Siria revoca l'accordo di Tartus: Mosca sposta il baricentro in Libia

Il nuovo governo siriano, guidato de facto da Ahmad al-Shara’, precedentemente noto come Abu Muhammad al-Jawlani, ha annullato il contratto con la società russa STG Stroytransgaz per la gestione e l’operatività del porto di Tartus, situato sulla costa mediterranea della Siria. Questo accordo, stipulato nel 2019 sotto la presidenza di Bashar al-Assad, prevedeva una durata di 49 anni e un investimento russo di 500 milioni di dollari per la modernizzazione del porto. La cancellazione è stata attribuita al mancato rispetto, da parte dell'azienda russa, degli obblighi di investimento e sviluppo infrastrutturale previsti dal contratto.

Il nuovo governo siriano, guidato de facto da Ahmad al-Shara’, precedentemente noto come Abu Muhammad al-Jawlani, ha annullato il contratto con la società russa STG Stroytransgaz per la gestione e l’operatività del porto di Tartus, situato sulla costa mediterranea della Siria. Questo accordo, stipulato nel 2019 sotto la presidenza di Bashar al-Assad, prevedeva una durata di 49 anni e un investimento russo di 500 milioni di dollari per la modernizzazione del porto. La cancellazione è stata attribuita al mancato rispetto, da parte dell’azienda russa, degli obblighi di investimento e sviluppo infrastrutturale previsti dal contratto. 

 

È importante notare che questa decisione riguarda specificamente il contratto di gestione portuale e non l’accordo militare che consente alla Russia l’uso della base navale di Tartus fino al 2068. Tuttavia, la revoca del contratto potrebbe avere implicazioni significative per la presenza russa nella regione, soprattutto alla luce dei recenti sviluppi politici in Siria. 

 

La Russia ridispone le sue forze in Libia

 

In risposta a questi cambiamenti, la Russia ha iniziato a trasferire personale e attrezzature militari dalla Siria alla Libia. Secondo fonti di intelligence, aerei da trasporto russi stanno effettuando voli tra la base siriana di Hmeimim e la base libica di al-Khadim, situata nella Cirenaica sotto il controllo del generale Khalifa Haftar. Questo spostamento potrebbe consentire alla Russia di mantenere una presenza strategica nel Mediterraneo centrale, monitorando le rotte commerciali e rafforzando la sua capacità di risposta in caso di crisi. 

 

Implicazioni geopolitiche e possibili scenari futuri

 

La ridistribuzione delle forze russe dalla Siria alla Libia solleva interrogativi sulle future dinamiche geopolitiche nella regione. La Libia è da tempo teatro di complesse alleanze internazionali, con il governo di Tripoli sostenuto da Turchia e Italia, mentre il governo di Bengasi, guidato da Haftar, ha ricevuto supporto da Egitto, Emirati Arabi Uniti e Francia. La crescente presenza russa in Libia potrebbe alterare gli equilibri esistenti e influenzare le relazioni con gli attori regionali, in particolare la Turchia. 

 

Carl Schmitt sosteneva che le categorie di amico e nemico sono fondamentali in politica, ma non sottolineava abbastanza come queste relazioni possano cambiare rapidamente, soprattutto in ambito internazionale. La recente evoluzione delle alleanze in Medio Oriente e Nord Africa ne è una chiara dimostrazione.

 

Alessio Zattolo – PhD Student

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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