Spazio e Space Economy: via libera della Camera alla prima legge nazionale
- 14 Marzo 2025

Dopo mesi di concertazione, è stata approvata alla Camera la prima legge quadro italiana sullo spazio. Il Decreto riempie il vuoto normativo riguardante la regolamentazione delle autorizzazioni per lo svolgimento delle attività spaziali. Tra levate di scudi contro Starlink e guerre degli emendamenti, l’iter prosegue ora al Senato.
Il provvedimento costituisce una normativa di riferimento indispensabile nel settore spaziale. Non mancano però gli ostacoli all’orizzonte, come il confronto con la Legge Europea sullo Spazio, di prossima approvazione.
Con 133 voti favorevoli, 89 contrari e due astenuti, lo scorso 6 marzo la Camera ha dato il primo via libera alla legge nazionale sullo Spazio e la Space Economy. I 31 articoli del testo – suddivisi in una parte regolamentare e una normativa riguardante l’aspetto economico – devono passare ora all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. La prima legge quadro italiana in materia è stata proposta da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) con delega alle politiche spaziali e aerospaziali.
Il Sole 24 Ore ha dedicato un lungo articolo al Ddl del governo, approfondendone i punti salienti. In prima istanza, la legge prevede che per accedere allo spazio extra-atmosferico gli operatori richiedano un’autorizzazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri o al Mimit – avente delega in materia – attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Quest’ultima accerterà i requisiti richiesti in termini di sicurezza, resilienza e sostenibilità delle attività. L’agenzia provvederà quindi a trasmettere l’istruttoria al Mimit stesso e al Comint (Comitato Interministeriale sullo Spazio), il quale formalizzerà l’approvazione o il diniego dell’autorizzazione. In caso di violazione delle disposizioni di legge, questa può essere revocata. La relativa parte sanzionatoria verrà successivamente regolata da Dpcm.
L’autorizzazione riguarda sia gli operatori stranieri che agiscono dal territorio italiano, sia quelli italiani che operano dall’estero.
Per quanto riguarda la responsabilità civile, è previsto un obbligo assicurativo. L’articolo 18 del Ddl prevede la “responsabilità dei danni causati a terzi nell’ambito dell’esercizio dell’autorità spaziale autorizzata”, specificando al comma 1 che l’operatore è “direttamente responsabile dei danni cagionati a terzi in conseguenza delle operazioni spaziali condotte”.
Il derivante obbligo di stipula di contratto assicurativo è stato oggetto di critica da parte del mondo privato. Ne è conseguito un emendamento che prevede una maggiore flessibilità sulla tempistica della polizza.
L’iter parlamentare del Ddl è stato piuttosto tortuoso. Alla Camera è stata guerra di emendamenti. Secondo le opposizioni – spiega il Sole 24 Ore – l’articolo 25 consentirebbe alla Starlink di Musk comunicazioni satellitari in ambiti strategici come la Difesa e le reti diplomatiche. La versione viene tuttavia smentita dal ministro Urso, che parla al contrario di una possibile futura costellazione satellitare nazionale in competizione con Starlink.
A una lettura attenta, l’articolo contestato prevede che il Mimit costituisca una riserva di capacità trasmissiva nazionale tramite comunicazioni satellitari. Per garantire la massima diversificazione, sono previsti sia satelliti sia costellazioni in orbita geostazionaria media e bassa. La gestione è affidata a soggetti appartenenti all’Unione Europea o all’Alleanza atlantica, pertanto potrebbe riguardare ipoteticamente anche la statunitense Starlink.
Secondo il presidente dell’ASI, Teodoro Valente, il Ddl è fondamentale per il settore spaziale italiano. Regolamenta un ambito rilevante per l’economia del Paese, favorendo l’ingresso dei privati, con particolare attenzione verso le PMI. In aggiunta, prevede un Piano Nazionale quinquennale per l’economia dello spazio, strumento indispensabile in materia di investimenti, tramite risorse pubbliche o private.
Il presidente dell’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica (AIDAA) Erasmo Carrera, mette però in guardia su due scogli giuridici con cui la nuova legge rischia di scontrarsi: la Legge Europea sullo Spazio, in via di approvazione, e il regolamento UE, in via di pubblicazione. Per aspera sic itur ad astra, verrebbe da dire.
Donata Zocche, giornalista e PhD candidate in “Global Studies&Innovation”


