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Sahara Occidentale: Francia e USA ribadiscono la sovranità marocchina

In occasione dell’incontro tenutosi martedì 8 aprile a Washington tra il ministro marocchino degli Affari esteri, della Cooperazione africana e dei marocchini all’estero, Nasser Bourita, ed il Segretario di Stato americano Marco Rubio è stata ribadito in maniera chiara da parte di quest’ultimo che “gli Stati Uniti riconoscono la sovranità del Marocco sul Sahara”. E’ stato confermato anche il sostegno al piano marocchino presentato al Consiglio di Sicurezza nel 2007 che prevede una forte autonomia dei territori sahariani sotto la sovranità marocchina.

In occasione dell’incontro tenutosi martedì 8 aprile a Washington tra il ministro marocchino degli Affari esteri, della Cooperazione africana e dei marocchini all’estero, Nasser Bourita, ed il Segretario di Stato americano Marco Rubio è stata ribadito in maniera chiara da parte di quest’ultimo che “gli Stati Uniti riconoscono la sovranità del Marocco sul Sahara”. E’ stato confermato anche il sostegno al piano marocchino presentato al Consiglio di Sicurezza nel 2007 che prevede una forte autonomia dei territori sahariani sotto la sovranità marocchina. Tale soluzione, ritenuta dagli USA “seria, credibile e realistica”, viene giudicata la sola praticabile per giungere ad “una pace giusta e duratura”. Gli Stati Uniti, pertanto, esortano “ad avviare senza indugio negoziati concreti sulla base del piano marocchino” e si dicono “pronti a facilitare i prossimi passi verso una soluzione definitiva”. Gli Stati Uniti avevano riconosciuto, con un provvedimento presidenziale, la sovranità del Regno del Marocco sui territori del Sahara occidentale nel 2020, durante la prima amministrazione di Donald Trump. La riproposizione della posizione americana ha impatto notevole sugli equilibri geopolitici del nord Africa e del mediterraneo anche alla luce della identica posizione assunta dalla Francia. Emmanuel Macron il 30 luglio del 2024, in una missiva inviata  al Sovrano marocchino Mohammed VI, ha affermato che “per la Francia, il presente ed il futuro del Sahara occidentale è far parte della sovranità marocchina”. Posizione ribadita nel corso dell’incontro avvenuto il 15 aprile scorso a Quai d’Orsay tra il Ministro per l’Europa e gli Affari Esteri francese, Jean-Noël Barrot ed il suo omologo marocchino, Nasser Bourita. Come per Stati Uniti, anche per la Francia il piano marocchino che prevede l’autonomia del Sahara occidentale sotto la sovranità marocchina è l’unico quadro in cui è risolvibile il conflitto che contrappone il Marocco al Fronte Polisario appoggiato dall’Algeria. Il conflitto è un lascito dell’epoca coloniale. Il Sahara occidentale, conosciuto anche come Saguia al-Hmra y Rio de Oro, abitato da popolazioni nomade arabo-berbere, venne occupato dagli spagnoli nel 1934. Sin dal 1957 il Marocco ha rivendicato la sovranità su tali territori. In nome del diritto all’autodeterminazione nel 1973 fu fondato il Frente Popolar de Liberacion de Sanguia al Hamra y Rio de Oro conosciuto come Fronte Polisario. Il Re del Marocco Hassan II nel 1975 organizzò la al-Zahf al Ahdar, “La marcia Verde”: il 6 novembre 1975 più di 350.000 volontari, con in mano una copia del Corano, passarono la frontiera tra Marocco e Sahara spagnolo entrando nelle terre oc­cupate dalla Spagna senza che i soldati spagnoli opponessero al­cuna resistenza. Il 26 febbraio 1976 la Spa­gna abbandona i territori occupati che vengono spartiti tra il Marocco, che occupa la Saguia al-Hmra, e la Mauritania, che occupa il Rio de Oro. L’occupazione non viene approvata dall’ONU, che ha sempre sostenuto la soluzione di un referendum che decidesse lo stato giuridico del Sahara occidentale. Nel 1976 il Polisario costituisce formalmente la Repubblica Araba Saharawi Democratica o RASD dando inizio alla guerra contro il Marocco e la Mauritania. Il Polisario ­è appoggiato direttamente dall’Algeria e dalla Libia ed in forma in­diretta dall’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti, che ritenevano il conflitto come par­te integrante della guerra fredda, sostengono insieme alla Francia il Marocco. La Mauritania impossibilitata a sostenere il conflitto si ritirò dalla guerra lasciando al Marocco la sua parte occupata del Sahara occidentale. La guerriglia impostata dal Polisario nella prima fase del conflitto mise in serie difficoltà le forze armate marocchine. La situazione si ribaltò con la costruzione di un muro di rocce e sabbia di ben 2.720 km, protetto militarmente, tra il 1980 ed 1987 a protezione delle zone conquistate dai marocchini. La costruzione del muro ha impedito al Polisario di condurre la guerra di movimento, confinandolo nella zona più occidentale. La guerra di logoramento che ne derivò indusse le due parti a trovare un accordo, reso possibile con l’intervento dell’ONU, sulla base di un cessate il fuoco ed l’indizione di un referendum da sottoporre alla popolazione per la scelta tra l’indipedenza e l’annessione al Marocco. I diritti al voto avrebbero dovuto essere individuati sulla base del censimento fatto nel 1974 dagli spagnoli. Il Consiglio di Sicurezza con la risoluzione 658, del 27 giugno1990, la successiva n. 690, de 29 aprile 1991, diede vita alla missione MINURSO con il compito, tra l’alto, di controllare il cessate il fuoco, predisporre il referendum e proclamare il vincitore. Il 6 settembre 1991 fu raggiunto il cessate il fuoco, ma immediatamente tra le due parti si accese la disputa sui criteri per individuare chi avesse diritto al voto, determinando una situazione di paralisi protrattasi per lungo tempo. Nel 2006 il nuovo Re del Marocco, Mohammed VI, nel 2006 avanza la proposta della creazione di una regione autonoma per il Sahara occidentale nell’ambito della sovranità marocchina. Vengono creati, in parallelo, vari organismi di rappresentanza della popolazione della Sahara occidentale cui vengono attribuiti competenze in materia di sviluppo economico del territorio. A fronte dell’iniziativa politica e diplomatica del Marocco, presenta nel 2007 al Consiglio di Sicurezza, seguono le minacce del Polisario di riprendere le ostilità. Ad oggi il Marocco occupa più di tre quarti, del territorio del Sahara occidentale su quale mantiene più di 200.000 militari, sfruttando i giacimenti di minerali e le acque ricche di pesci. Ha portato avanti una politica di insediamento dei marocchini nel Sahara occidentale attraverso incentivi pubblici per chi si trasferisce nelle cosiddette “province meridionali”, nelle quali ha effettuato ingenti investimenti in infrastrutture di ogni genere. La Repubblica Araba Saharawi Democratica occupa poco meno di un quarto del Sahara occidentale, ha stabilito una capitale fittizia a Bir Lehlu, in sostituzione della capitale ufficiale Al-Aaiun che si trova nel territorio controllato dalle forze armate marocchine, ed ha un governo in esilio a Tindouf, in Algeria. Dal punto di vista diplomatico all’iniziale vantaggio dl Polisario e della RASD, che è stata riconosciuta tra gli anni ’70 e ’80 da circa 80 Stati ma non dall’ONU, si è sostituito un recupero del Marocco il cui lavoro diplomatico ha prodotto il ritiro o la sospensione del riconoscimento di molti di questi. Ad oggi gli Stati che riconoscono la RASD sono 41, mentre 43 Stati hanno ritirato o congelato il riconoscimento. Il Marocco è riuscito ad attrarre dalla propria parte molti paesi del Terzo Mondo. Potenze regionali come l’India o l’Arabia Saudita. La Repubblica Popolare Cinese nel 2000 ha dichiarato “di sostenere l’integrità territoriale del Marocco”. La Spagna nel 2022 ha affermato che l’iniziativa marocchina di autonomia dei territori del Sahara occidentale rappresenta la base più seria per risolvere la controversia. Il Marocco nel 2017 è anche rientrato nell’Unione Africana da cui era uscito nel 1984 a seguito del riconoscimento da parte della RASD. Nel quadro delineato è indubbio il peso geopolitico delle posizioni assunta dalla Francia e dagli Stati Uniti verso la soluzione di quello che ancora oggi è “un conflitto congelato”. 

Giuseppe Arena – Ricercatore di diritto pubblico comparato, Università degli studi Kore, Enna

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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