L’Ucraina apre una nuova era militare: la guerra che verrà
- 24 Luglio 2025

L’episodio avvenuto nell’oblast di Kharkiv tra l’8 e il 9 luglio 2025 rappresenta una svolta storica nell’impiego dei robot sul campo di battaglia e segna un punto di non ritorno nell’evoluzione della guerra moderna. Per la prima volta documentata in video, un’azione militare è stata condotta interamente da sistemi robotici e droni, senza la presenza diretta di soldati umani in prima linea. A compierla è stata un’unità d’élite dell’esercito ucraino nota come Deus ex Machina, parte della 3ª Brigata d’Assalto, già attiva dall’inizio del conflitto con la Russia nello sviluppo e nell’impiego di armamenti tecnologici avanzati.
Durante l’operazione, condotta contro una postazione fortificata russa, l’unità ucraina ha impiegato droni FPV (First Person View) e robot terrestri cingolati caricati di esplosivo. Questi ultimi, molto diversi dalle sembianze umanoidi spesso associate alla robotica bellica nell’immaginario collettivo, si sono rivelati strumenti letali e psicologicamente devastanti. Un primo veicolo, carico con oltre 20 kg di TNT, ha colpito l’ingresso della trincea russa. Il secondo robot, avanzando dopo la deflagrazione, ha provocato la resa immediata dei militari russi superstiti, che hanno improvvisato un cartello con scritto “We want to surrender” da mostrare ai droni ucraini che sorvegliavano dall’alto.
A quel punto sono entrati in scena i droni DJI Mavic, droni commerciali sviluppati per usi civili ma ormai ampiamente riconvertiti per finalità militari da entrambi gli schieramenti. Questi velivoli leggeri e manovrabili, di cui l’Ucraina nel 2023 ha acquistato il 60% della produzione mondiale, sono stati impiegati in modo inedito: hanno guidato i prigionieri russi disarmati verso le linee ucraine, fungendo da veri e propri “pastori digitali”. Gli operatori ucraini hanno seguito ogni movimento in tempo reale, gestendo a distanza il flusso dei prigionieri fino a quando la fanteria non è intervenuta per mettere in sicurezza la posizione.
L’intera operazione si è svolta nell’arco di circa quindici minuti e ha permesso all’esercito ucraino di ottenere un successo tattico rilevante senza l’uso di armi da fuoco da parte dei propri soldati. Tentativi precedenti di conquistare quella stessa area con metodi convenzionali si erano rivelati fallimentari, ma l’approccio tecnologico ha ribaltato la situazione con precisione ed efficienza. Questo episodio dimostra l’accelerazione dell’uso integrato di tecnologie consumer adattate all’ambito militare e suggerisce che il futuro dei conflitti potrebbe essere sempre più dominato da guerre a distanza, in cui la componente umana opera da remoto e i robot assumono il principale ruolo attivo e diretto nel combattimento.
L’invasione russa dell’Ucraina, per la sua natura ibrida e per l’impiego innovativo e sistematico di tecnologie militari emergenti, può essere interpretata come un banco di prova anticipatore, non dissimile da quanto fu la guerra civile spagnola negli anni Trenta del Novecento. All’epoca, il conflitto iberico non fu solo uno scontro interno tra franchisti e repubblicani, ma un teatro di sperimentazione bellica su scala ridotta, in cui potenze straniere, in particolare la Germania nazista e l’Italia fascista, testarono nuove dottrine militari, armamenti, tattiche aeree e meccanizzate che avrebbero poi trovato piena espressione nella Seconda guerra mondiale. In Spagna, la Germania utilizzò per la prima volta il bombardiere in picchiata Junkers JU-87 “Stuka” in combattimento, e il caccia Messerschmidt BF-109 che si scontrò in seguito con lo Spitfire nei cieli della Gran Bretagna. L’Unione Sovietica, invece, introdusse il carro armato T-26 utilizzato nella Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso avvenne con i bombardamenti a tappeto, come quello tristemente celebre su Guernica, che prefiguravano l’annientamento delle retrovie civili come strumento strategico.
Oggi, l’Ucraina sembra svolgere un ruolo analogo in uno scenario mutato, dove la dimensione digitale e tecnologica ha assunto una centralità che allora era impensabile. La guerra in corso non è solo un conflitto territoriale tra due Stati, ma una vetrina globale dell’arsenale del futuro: droni FPV a basso costo, intelligenza artificiale applicata alla sorveglianza e alla selezione dei bersagli, sistemi di guerra elettronica, robot terrestri da combattimento, utilizzo militare di satelliti commerciali come quelli di Starlink, sono solo alcune delle innovazioni che stanno trasformando le modalità del conflitto.
Anche il coinvolgimento, diretto o indiretto, di potenze esterne come gli Stati Uniti, i Paesi europei, la Cina e l’Iran, che forniscono supporto militare, tecnologico o politico alle parti in conflitto, richiama le dinamiche della guerra civile spagnola, dove il terreno di scontro si intrecciava con una lotta globale tra ideologie, regimi e visioni del mondo. Se la Spagna degli anni ’30 fu un preludio alla catastrofe globale che sarebbe esplosa nel 1939, l’Ucraina del presente potrebbe essere, secondo alcuni osservatori, un laboratorio del conflitto globale futuro, segnato non più solo dalla superiorità industriale o numerica, ma dalla supremazia tecnologica e dalla capacità di adattamento innovativo sul campo.
Le stesse forze russe hanno eguagliato più volte l’ingegnosità dell’Ucraina sul campo di battaglia. La loro capacità di adattarsi alle nuove tecnologie o tattiche ucraine è migliorata notevolmente dall’inizio della guerra. Un esempio è stata l’introduzione di droni controllati da fibra ottica, che hanno aggirato i progressi dell’Ucraina nel campo delle interferenze radio. Come per la maggior parte dei progressi compiuti in guerra, questa innovazione è stata rapidamente adottata e successivamente migliorata dall’Ucraina, in un ciclo continuo di ingegnosi sorpassi.
Stefano Lovi – PhD student


