Sicurezza, Transizione Energetica, Trasformazione Digitale e Geopolitica: Sfide e Strategie Globali
- 14 Ottobre 2025

Resoconto del Convegno UNINT–GEODI (Roma, 13–14 ottobre 2025)
di Stefano Lovi – PhD Candidate
All’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT) si è svolto il convegno “Sicurezza, transizione energetica, trasformazione digitale e geopolitica: sfide e strategie globali”, organizzato dal Centro Studi GEODI.
Due giornate di lavori che hanno riunito esperti, accademici e rappresentanti del mondo industriale per analizzare come la convergenza tra tecnologia, energia e sicurezza stia ridisegnando gli equilibri globali.
Lunedì 13 ottobre: la frontiera digitale e le nuove sfide della sovranità
I lavori si sono aperti con il keynote speech di Alfio Rapisarda (Senior Vice President & Head of Global Security ENI e Professore a contratto UNINT), che ha tracciato le coordinate di un mondo in cui sicurezza e innovazione tecnologica sono ormai interdipendenti.
La prima sessione, dedicata a digitalizzazione e intelligenza artificiale, ha esplorato i dilemmi energetici, economici e geopolitici legati allo sviluppo dei sistemi di IA.
Marco Romano (Professore associato UNINT) ha evidenziato l’impatto crescente dei data center sull’equilibrio energetico globale, sottolineando la necessità di strategie di ottimizzazione sostenibile.
Antonio Iovanella (Professore aggregato UNINT) ha proposto una riflessione teorica sul “paradosso tra modelli e dati”, interpretando la competizione USA–Cina nel campo dell’AI come una nuova forma della storica tensione tra conoscenza e potere.
Giuseppe Terranova (Professore aggregato UNIME) ha introdotto il concetto di “geopolitica digitale della mobilità”, analizzando come IA e tecnologie biometriche stiano ridisegnando confini, diritti e vulnerabilità nell’era delle “migrazioni connesse”.
Infine, Gaia Natarelli (Professoressa a contratto UNINT) ha approfondito la dimensione geoeconomica della supply chain dei chip di intelligenza artificiale, evidenziando la centralità strategica delle terre rare e il ruolo della competizione USA–Cina nel plasmare nuovi equilibri globali.
La seconda parte della giornata, dedicata alle politiche e regolamentazioni, ha visto Paola Piciacchia (Professoressa associata SAPIENZA) e Andrea De Petris (Professore aggregato UNINT) analizzare le implicazioni normative e geopolitiche della transizione energetica. In particolare, De Petris ha illustrato come il Mediterraneo sia oggi il crocevia strategico delle rotte energetiche globali, dove cooperazione e competizione convivono in equilibrio precario.
Martedì 14 ottobre: lectio magistralis del presidente Giuseppe Zafarana
La seconda giornata si è aperta con la lectio magistralis di Giuseppe Zafarana, (Presidente ENI), che ha offerto una visione ampia e articolata del futuro energetico globale.
“L’energia è il filo invisibile che lega la crescita economica del mondo”, ha esordito Zafarana, invitando a riflettere su cosa significhi oggi “sicurezza energetica”.
Secondo il presidente, la sicurezza dell’energia si fonda su tre dimensioni interconnesse:
- Economica, poiché i prezzi dell’energia determinano la competitività dei sistemi produttivi, i margini industriali e la capacità di attrarre investimenti. La crisi del settore chimico europeo è un esempio emblematico della fragilità di un continente esposto agli shock globali;
- Sociale, perché la stabilità dei prezzi e la disponibilità delle risorse incidono direttamente sulla vita delle persone, sull’occupazione e sulla coesione interna;
- Tecnologica, che impone la ricerca di fonti sicure, pulite e accessibili, in grado di sostenere la digitalizzazione e i consumi crescenti dei data center, nuovi colossi energivori della società dell’informazione.
Zafarana ha evidenziato come la rivalità strategica tra Stati Uniti e Cina stia ridefinendo gli equilibri del sistema energetico mondiale, mentre l’Europa appare più vulnerabile alle minacce esterne, strette tra l’aumento dei costi e un progressivo rischio di deindustrializzazione. La fine della globalizzazione intesa come interconnessione economica planetaria, ha osservato, ha riportato in primo piano la logica dei blocchi, la competizione per le risorse e la sicurezza delle catene di approvvigionamento.
Nel suo intervento, il presidente di ENI ha anche richiamato il ruolo dell’OPEC e la persistente dipendenza europea dal petrolio e dal gas, ricordando come la diversificazione delle forniture — soprattutto dall’Africa — sia stata essenziale per garantire stabilità energetica dopo la crisi russo-ucraina.
Particolare rilievo è stato dato all’approccio strategico dell’ENI in Africa, costruito sulla creazione di legami duraturi con le popolazioni locali. Zafarana ha sottolineato come l’azienda abbia sempre puntato su programmi di formazione, sviluppo delle competenze e progetti volti a soddisfare i bisogni primari delle comunità ospitanti, evidenziando il concetto centrale dell’idea del fondatore Enrico Mattei, ossia che quando un Paese ospitante cresce insieme a noi, allora la partnership è veramente sostenibile e vantaggiosa per tutti.
Infine, Zafarana ha lanciato un monito sulla protezione degli asset strategici, ricordando come infrastrutture cruciali — in particolare quelle offshore — siano oggi esposte non solo a rischi fisici, ma anche a attacchi cyber: un fronte di sicurezza in rapido ampliamento.
Nel tavolo di confronto accademico, Carmelo Maria Porto (UNIME) ha illustrato come il Mediterraneo stia assumendo una funzione cruciale per l’autonomia strategica europea, non solo come hub energetico ma anche come nodo delle infrastrutture digitali — dai cavi sottomarini ai flussi informativi.
Il convegno si è chiuso con un messaggio condiviso: l’energia non è solo una risorsa economica, ma una leva geopolitica e sociale. Dalla lezione del Presidente dell’ENI e dal dibattito accademico emerge l’urgenza di una strategia europea integrata, capace di coniugare sostenibilità, sicurezza e competitività industriale. Nel nuovo ordine globale, il Mediterraneo torna così a essere il teatro centrale in cui si intrecciano le tre sfide decisive del XXI secolo: energia, tecnologia e autonomia strategica.


