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Nigeria: come interpretare la minaccia di Trump

Negli ultimi giorni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato al Dipartimento della Difesa di prepararsi per un possibile intervento militare in Nigeria, accusando il governo di Abuja di non proteggere adeguatamente la popolazione cristiana e minacciando azioni drastiche contro i gruppi jihadisti presenti nel paese. Questo annuncio ha generato non poco clamore nel panorama geopolitico internazionale, alimentando tensioni e reazioni contrastanti sia all’interno della Nigeria che a livello globale.​

Negli ultimi giorni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato al Dipartimento della Difesa di prepararsi per un possibile intervento militare in Nigeria, accusando il governo di Abuja di non proteggere adeguatamente la popolazione cristiana e minacciando azioni drastiche contro i gruppi jihadisti presenti nel paese. Questo annuncio ha generato non poco clamore nel panorama geopolitico internazionale, alimentando tensioni e reazioni contrastanti sia all’interno della Nigeria che a livello globale.​

Trump ha dichiarato che se il governo nigeriano non riuscirà a fermare gli attacchi contro i cristiani, gli Stati Uniti potrebbero recarsi nel paese “armi spianate” per annientare i terroristi islamici responsabili di “orribili atrocità”. Nel suo pronunciamento ha aggiunto di voler interrompere immediatamente ogni forma di aiuto e assistenza americana se la situazione non migliorasse in tempi brevi. L’ordine è stato impartito al capo del Pentagono Pete Hegseth che ha confermato che il Dipartimento della Guerra si sta preparando all’azione e prevede la possibilità di inviare truppe o effettuare raid aerei per fermare la violenza.​

La Nigeria è il paese più popoloso dell’Africa, con circa 220 milioni di abitanti, equamente divisi tra cristiani e musulmani. I gruppi jihadisti come Boko Haram e l’Islamic State West Africa Province (ISWAP) operano principalmente nel nord-est, una regione che da oltre un decennio è teatro di sanguinosi attacchi che hanno causato decine di migliaia di morti e sfollati. Nonostante ciò, i dati raccolti da organizzazioni internazionali evidenziano che le vittime di Boko Haram sono in maggioranza musulmani, come anche le violenze tra comunità pastorali musulmane e contadini cristiani nel centro del paese testimoniano una situazione complessa e sfaccettata, non riducibile a una dicotomia religiosa semplice.​

Il presidente nigeriano Bola Tinubu ha reagito con fermezza alle accuse di Trump, respingendo l’immagine di un paese caratterizzato da intolleranza religiosa. Tinubu ha sottolineato come le sfide alla sicurezza coinvolgano tutte le comunità etniche e religiose, ribadendo la volontà del governo di collaborare con gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo, ma sempre nel pieno rispetto della sovranità nazionale. La sua amministrazione ha espresso sorpresa e preoccupazione per il tono bellicoso delle dichiarazioni statunitensi, considerate una forma di pressione politica su un alleato tradizionale.​

Sul piano interno, la minaccia di un intervento militare ha suscitato un dibattito acceso in Nigeria. Molti cittadini e politici hanno esortato il governo a rafforzare le proprie capacità di contrasto contro i gruppi jihadisti per evitare che un’azione estera possa entrare nel paese. Tuttavia, altre voci hanno definito la retorica di Trump come eccessiva e poco realistica, un modo per raccogliere consenso politico negli Stati Uniti più che una reale intenzione di scatenare un conflitto sul suolo africano. Daniel Bwala, consigliere presidenziale per la comunicazione, ha spiegato che la comunicazione di Trump è particolare e che la Nigeria non sta interpretando alla lettera le sue minacce, ma accoglierebbe volentieri un supporto internazionale nella lotta al terrorismo se questo venisse offerto nel rispetto dell’integrità territoriale.​

L’inserimento della Nigeria nella lista dei “Paesi di particolare preoccupazione” per quanto riguarda la libertà religiosa da parte degli Stati Uniti rappresenta un precedente importante, affiancato da analoghe denominazioni di paesi come Cina, Corea del Nord, e Russia. Questa designazione implica potenziali sanzioni e un maggior controllo sulle relazioni bilaterali, ed è vista con preoccupazione dal governo di Abuja, che la considera basata su informazioni obsolete e fuorvianti.​

Le ragioni geopolitiche dietro la retorica bellicosa di Trump non vanno trascurate. La Nigeria è un attore chiave nell’Africa occidentale, non solo per la sua enorme popolazione ma anche per le sue risorse petrolifere e la sua posizione strategica. Negli ultimi anni, la presenza militare americana nel continente africano si è ridotta, con il ritiro di molte truppe dal Niger, ma rimangono basi rilevanti come quella di Gibuti. L’intervento in Nigeria potrebbe quindi rappresentare sia una riaffermazione di influenza americana nella regione sia una risposta a pressioni elettorali interne che vedono nella difesa dei cristiani un tema sensibile per l’elettorato conservatore statunitense.​

È importante ricordare che la situazione di violenza settaria in Nigeria è profondamente radicata e multifattoriale. Con circa 200 gruppi etnici e una mescolanza di religioni tra cristianesimo, islam e culti tradizionali, il paese ha una lunga storia di convivenza, spesso messa a dura prova da tensioni locali, conflitti di terra, risorse e potere politico. Le stragi e le persecuzioni sono spesso il risultato di lotte complesse e non unilaterali, e qualsiasi esame della realtà sul terreno richiede cautela e prospettive multilaterali.​

La minaccia di un’imminente azione militare statunitense in Nigeria rappresenta un punto di svolta nelle relazioni internazionali dell’Africa occidentale, portando a una riflessione urgente su sovranità, sicurezza e diritti umani in una regione cruciale per la stabilità del continente. Le prossime settimane saranno decisive per comprendere se questa escalation rimarrà una mossa di pressione politica o se si trasformerà in un intervento militare concreto.

 

Stefano Lovi – PhD Candidate

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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