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Difesa europea: verso la definizione di una strategia economica

Che la difesa europea sia diventata una priorità nell’agenda politica di Bruxelles è un dato ormai acclarato da tempo. Ora, però, i Paesi membri iniziano a sentire l’esigenza di dare una struttura concreta a questo progetto politico-militare e, proprio per questa ragione, in Europa si inizia a parlare di fondi a sostegno della difesa europea.

I lavori a Bruxelles hanno subito un’importante accelerata per via di diversi fattori che sono emersi prepotentemente nell’ultimo periodo. Tra questi, ricordiamo la pressione crescente da parte della Russia e il rischio, ultimamente ripetuto con un certo vigore politico da Trump, di un disimpegno degli Stati Uniti dalla Nato nel caso di una ri-elezione di quest’ultimo alla Casa Bianca.

Questo quadro costringe l’Europa a trovare soluzioni efficaci ed efficienti (anche in un arco temporale ristretto), data la contemporanea difficoltà che le aziende produttrici del vecchio continente stanno fronteggiando nel soddisfare la domanda di armi dopo due anni di guerra in Ucraina.

Questo ha portato ad annunciare una nuova proposta della Commissione europea e dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza di una nuova strategia industriale per la difesa europea, preannunciata dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Nello specifico, la proposta si focalizza sulla definizione di un percorso che renda la base industriale e tecnologica della difesa europea pronta e capace di rispondere alle crisi geopolitiche che interessano l’UE. Questa sfida politica e istituzionale per l’Europa significa: diminuire la dipendenza dei Paesi membri da fornitori extra UE (dato che 2/3 del materiale bellico acquistato nel periodo compreso tra l’inizio della guerra in Ucraina e giugno 2023 proviene dagli USA) e migliorare la capacità di reazione militare europea, investendo bene e insieme e razionalizzare le risorse a disposizione.

Su quest’ultimo punto, c’è l’obiettivo di attivare, nell’arco di pochi anni, progetti europei nel campo della difesa cibernetica, un sistema integrato di difesa aereo e antimissili, un sistema di controllo spaziale e adeguati mezzi di protezione marittima e sottomarina.

A questi progetti e a tali volontà, serve affiancare una policy economica di spesa comune che rafforzi l’UE. A tal proposito, la Commissione propone, per gli acquisti comuni, di potenziare l’EDIRPA (European Defence Industry Reinforcement through Common Procurement Act) adottato nel 2022. Inoltre, la proposta prevede anche la creazione del cosiddetto “European Armament Programme”. Attraverso quest’ultimo, gli Stati membri che si adeguano alle regole sulla difesa europea avranno una quota maggiore di finanziamenti provenienti dall’ EDIP (programma europeo per l’industria della difesa) e l’esenzione IVA per acquisti comuni che seguano questo canale.

Per di più, tra le proposte avanzate ci sarebbe anche quella relativa alla graduale formazione di un Meccanismo europeo di vendite militari che dovrebbe facilitare la disponibilità di equipaggiamenti e armi europee con l’intenzione di costituire una supply chain europea.

Queste previsioni sono anche accompagnate da risorse finanziarie che dovrebbero incoraggiare il coinvolgimento di partnership industriali cross-border, per collaborare con i grandi gruppi industriali. Oltre a un fondo che fornirà garanzie alle Pmi per agevolare l’accesso al debito o all’equity, il piano prevede uno “strumento provvisorio” con una disponibilità da definire nel bilancio 2021-2027 che già stanzia poco più di un miliardo all’anno per la difesa e soprattutto ipotizza l’intervento della BEI (banca europea per gli investimenti).

Con riferimento alla parte economica della difesa europea, viene anche considerata la politica di coesione, che vale circa un terzo del bilancio comune europeo. In questo caso, sarebbe necessario un intervento sui presupposti legislativi, ovvero riformare i regolamenti e inserire le esigenze di difesa tra gli obiettivi dei fondi strutturali.

Nel frattempo, dalla BEI, all’inizio di febbraio, la neo nominata capo Nadia Calviño ha segnalato una nuova enfasi sul sostegno agli investimenti nella difesa, allontanandosi dalla tradizionale e rigorosa politica di investimenti esclusivamente a duplice uso. In particolare, è stato sottolineato come quello difesa sia un settore nel quale la BEI è un attivo sostenitore e lavorerà con investimenti importanti.

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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