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ONU ai margini? Le nuove sfide in Medio Oriente tra BRICS e influenza russa

In occasione del 79° anniversario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il Segretario Generale António Guterres ha scelto di partecipare, il 24 ottobre 2024, al 16° vertice dei BRICS – il summit dei capi di Stato, tra gli altri, di Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa. A margine dell’incontro tenutosi a Kazan, e definito dal Cremlino «il più grande evento di politica estera mai organizzato nel Paese», Guterres ha incontrato il Presidente russo Vladimir Putin, che ha colto l’opportunità per proporsi come mediatore nel conflitto tra Israele e Hamas. Mentre la Russia cerca di rafforzare la propria influenza in Medio Oriente, l’ONU appare sempre più marginale, un attore istituzionale i cui obiettivi di pace e stabilità nella regione sembrano ormai un ideale lontano dalla realtà sul terreno.

Guerra di numeri a Gaza: l’ONU rivede verso il basso le vittime

Uno, nessuno o centomila? I numeri sono diversi, ma la domanda pirandelliana inquadra bene uno degli sviluppi più clamorosi della guerra di Gaza, non ultimo per la lentezza con la quale è emersa e si sta diffondendo. Si tratta della revisione verso il basso del numero delle vittime civili palestinesi, emersa sulla stampa l’11 maggio ma in realtà pubblicata dall’Office for the Coordination of Humanitarian Aid (OCHA) delle Nazioni Unite l’8 maggio. In sintesi, prima il numero delle donne è sceso da oltre 14.500 a 7.797 e poi quello dei “bambini” è sceso da oltre 9.500 a 4.959. Il totale di 34.844 è ora indicato come “vittime riferite”, divise tra 24.686 “identificate” e “oltre 10.000 riferite mancanti o sotto le macerie”: una differenza di un terzo sul totale, ma addirittura del 42% tra identificate e non.