Index 2023 A.I.
- 25 Gennaio 2024
A che punto è l’adozione dell’intelligenza artificiale? Un’idea ce la dà il Global AI Adoption Index 2023, il risultato di un’indagine di IBM, azienda leader a livello mondiale nel settore. Sono stati intervistati oltre 8mila professionisti IT aziendali in più di 20 paesi nel mondo, tra cui l’Italia.
Circa il 42% delle imprese (con oltre 1.000 dipendenti) rientranti nella survey utilizza attivamente l’AI nelle proprie attività.
In Italia si arriva solo al 27%, ma il 48% delle aziende sta valutando concretamente la possibilità di integrare l’AI all’interno della propria organizzazione.
L’AI permette di ridurre le attività manuali o ripetitive con strumenti di automazione (55%) o automatizzare le risposte e le azioni self-service dei clienti (47%).Luci ed ombre, però. La preoccupazione principale rimane legata alla sicurezza dei dati: in Italia, è un timore che hanno il 42% degli intervistati.
Tuttavia il 59% dei responsabili IT delle aziende che implementano o esplorano l’AI afferma che la propria azienda ha accelerato gli investimenti o l’adozione negli ultimi 24 mesi, soprattutto nei settori ricerca e sviluppo (44%) e riqualificazione e sviluppo della forza lavoro (39%) . Andiamo alle ombre più scure: mancanza o scarsità di competenze in ambito AI (33%), eccessiva complessità dei dati (25%), preoccupazioni etiche (23%), progetti di AI troppo difficili da integrare e scalare (22%), prezzo elevato (21%) e mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli di AI (21%).
“Abbiamo notato come gli early adopter abbiano superato le barriere che frenavano l’adozione dell’AI e stiano facendo ulteriori investimenti, avendone già sperimentato i vantaggi.” ha dichiarato Rob Thomas, senior vice president di IBM Software. “Per il 40% delle aziende intervistate ancora bloccate nella sperimentazione, sono fiducioso che il 2024 sarà l’anno in cui affronteranno e supereranno barriere d’ingresso quali la mancanza di competenze e la complessità dei dati”.
Secondo l’indice le organizzazioni in India (59%), Emirati Arabi Uniti (58%), Singapore (53%) e Cina (50%) sono all’avanguardia nell’uso attivo dell’AI, rispetto a mercati in ritardo come Spagna (28%), Australia (29%) e Francia (26%).
Le aziende del settore dei servizi finanziari utilizzano di più l’intelligenza artificiale: l’uso è confermato da metà degli intervistati e dal 37% per l’ambito telecomunicazioni. Tra i mercati con maggiore propensione ad accelerare l’adozione dell’AI la Cina (85%), l’India (74%), gli Emirati Arabi Uniti (74%). Percentuali meno alte invece nelle aziende del Regno Unito (40%), dell’Australia (38%) e del Canada (35%).
Cosa spinge verso l’accelerazione l’A.I.? Secondo l’indagine l’evoluzione e maggiore accessibilità degli strumenti (45%), la necessità di ridurre i costi e automatizzare i processi chiave (42%) e la crescente quantità di intelligenza artificiale incorporata nelle applicazioni aziendali standard (37%).
I due più importanti cambiamenti degli ultimi anni nell’area dell’AI sono la facilità di implementazione delle soluzioni (43%) e la crescente evidenza di competenze su dati, intelligenza artificiale e automazione (42%).
L’intelligenza artificiale generativa (in grado di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste) è frenata da preoccupazioni relative a privacy, fiducia e trasparenza. In generale la forza lavoro sta sentendo l’impatto del cambiamento: un’azienda su cinque dichiara di non avere dipendenti con le capacità necessarie per l’uso di nuovi strumenti di intelligenza artificiale o automazione, mentre il 16% non riesce a trovare risorse con le competenze necessarie.
Solo il 34% sta attualmente formando o riqualificando i dipendenti per lavorare in sinergia con i nuovi strumenti di automazione e intelligenza artificiale e meno della metà riferisce di aver adottato misure verso un’AI affidabile, come la riduzione dei pregiudizi (27%), il monitoraggio della provenienza dei dati (37%), l’assicurarsi di poter spiegare le decisioni dei propri modelli di AI (41%) o lo sviluppo di politiche etiche di AI (44%). Insomma, tanta la strada fatta, di più quella ancora da fare.