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Il fronte yemenita si accende: sviluppi attuali e prospettive

Nel contesto di regionalizzazione del conflitto Israele-Gaza, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno preso di mira i siti Houthi nello Yemen, giustificando il loro intervento militare come un “atto limitato e difensivo” volto a salvaguardare le rotte marittime cruciali vitali per l’economia globale, in risposta ai crescenti attacchi del gruppo yemenita alle spedizioni internazionali nel Mar Rosso. 

Gli Houthi affermano di prendere di mira le navi affiliate a Israele in risposta alle azioni a Gaza, ma i loro attacchi sembrano in gran parte indiscriminati. In questo contesto, sebbene gli attacchi aerei anglo-americani nello Yemen abbiano indebolito alcune capacità militari degli Houthi, tali sforzi non sembrano sufficienti a proteggere efficacemente il Mar Rosso e a ripristinare il trasporto marittimo internazionale, che è stato in gran parte dirottato verso l’Africa meridionale, determinando l’aumento dei costi delle materie prime e, di pari passo, della popolarità degli Houthi tra le popolazioni arabe. 

BAB EL MANDEB 

Bab el-Mandeb è un piccolo punto geografico nel Mar Rosso con un’enorme influenza sugli affari mondiali. Lo stretto, il cui nome significa “Porta delle Lacrime” o “Porta del Dolore” in arabo, da “bab” che significa “porta” e “mandeb” (o “mandab”) che significa “lamento”, è largo 30 chilometri ed è diviso in due canali dall’isola Perim. Questa famosa porta è stata testimone di varie guerre, conflitti e lotte nel corso della sua storia, come il blocco nel 1973 delle petroliere iraniane dirette in Israele durante la guerra di ottobre. L’importanza di Bab el-Mandeb aumentò drasticamente con l’apertura del Canale di Suez nel 1869, che portò alla crescita del volume del commercio marittimo internazionale. La sua importanza aumentò nuovamente in seguito alla scoperta dei giacimenti di petrolio nella penisola arabica e all’aumento del commercio dall’Asia orientale. Questa vitale via d’acqua è oggi un’importante arteria della globalizzazione poiché collega l’Europa all’Oceano Indiano e all’Africa orientale.

UE 

Esiste un chiaro interesse europeo nel proteggere le rotte marittime del Mar Rosso che collegano il continente ai mercati chiave dell’Asia e dell’Africa: ecco perché paesi come Danimarca, Germania e Paesi Bassi sostengono le operazioni militari tra Regno Unito e Stati Uniti. L’Unione Europea e i suoi Stati membri dovrebbero, invece, imparare dalle ricadute di tale impegno e consolidare il proprio ruolo per sostenere la libertà di navigazione. Gli Stati membri stanno discutendo la creazione di una nuova operazione marittima dell’UE sul modello dell’operazione Atalanta, istituita per proteggere le navi dagli attacchi dei pirati al largo delle coste della Somalia, anche se, considerato l’interesse strategico dello stretto, sarebbe preventivabile un’operazione simile a Agenor. Si tratta di un’operazione di sorveglianza congiunta guidata dalla Francia che copre l’intero Golfo, lo Stretto di Hormuz e parte del Mar Arabico, condotta nel quadro di una missione ombrello denominata European Maritime Awareness nello Stretto di Hormuz (EMASoH), situato tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman. Il prossimo 22 gennaio i ministri degli Esteri dell’UE discuteranno della nuova missione, per istituirla al più tardi entro il 19 febbraio, in modo che possa diventare operativa poco dopo. Infine, sul modello di EMASoH verrà anche ripreso il focus sull’impegno diplomatico con gli stati costieri, compreso l’Iran. 

Gli attacchi alle basi Houthi servono come chiaro segnale che la comunità internazionale è pronta a difendere la libertà di navigazione attraverso stretti vitali. I paesi con interessi acquisiti nel garantire la sicurezza di queste rotte marittime probabilmente si allineeranno negli sforzi per scoraggiare qualsiasi parte che minacci il trasporto commerciale. La collaborazione tra Stati Uniti e Regno Unito riflette una risposta coordinata, creando un precedente per l’azione collettiva contro le minacce alle rotte commerciali globali.

CHE FUTURO? 

L’atmosfera regionale, già carica di vari conflitti e rivalità geopolitiche, si trova ora ad affrontare un ulteriore livello di complessità. L’attenzione alla salvaguardia della sicurezza marittima sottolinea l’interconnessione del commercio globale e la responsabilità condivisa delle nazioni nel mantenere rotte marittime aperte e sicure. La determinazione della comunità internazionale nel proteggere questi passaggi critici può fungere da deterrente contro potenziali interruzioni, promuovendo la stabilità e la libera navigazione nelle vie d’acqua vitali che sono la linfa vitale dell’economia globale.

Questi sviluppi in territorio yemenita, in concerto con le azioni di Teheran in Pakistan e Iraq e l’incognita rappresentata da Hezbollah in Libano, sottolineano l’interconnessione dei conflitti regionali e il potenziale di una crisi più ampia e complessa che coinvolge più attori con interessi divergenti.

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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