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Possibili attacchi Houthi ai danni di cavi sottomarini nel Mar Rosso

Già da qualche settimana si è iniziato a temere che gli Houthi potessero prendere di mira nel Mar Rosso anche i cavi sottomarini. L’allarme era iniziato a circolare sui media occidentali dopo che era stata diffusa la notizia circa una minaccia comparsa su un canale Telegram afferente agli Houthi. Lunedì è iniziata a circolare la notizia di danni a cavi appartenenti a quattro grandi reti di telecomunicazioni – Asia-Africa-Europa 1 (AAE-1), TGN Atlantic, Europe India Gateway e Seacom – tuttavia, le cause dei danni non sono state identificate. Gli Houthi, nel frattempo, hanno negato il loro coinvolgimento. 

Non è chiaro se i danni siano di natura accidentale o di natura volontaria. I media israeliani hanno attribuito la colpevolezza agli Houthi, ma dallo Yemen la risposta è stata netta: nessun coinvolgimento.

Solo la sudafricana Seacom ha confermato che il suo cavo tra Egitto e Kenya è stato interrotto il 24 febbraio. La conferma è arrivata durante un’intervista a Bloomberg da Prenesh Padayachee, Chief Digital Officer della società.

Il membro del Presidential Leadership Council del Governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, Tareq Saleh, è atterrato a Londra per incontrare funzionari degli Esteri per discutere della minaccia Houthi, tra cui quella ai cavi sottomarini.

Ma ciò che preoccupa ulteriormente la comunità internazionale è la deriva in Mar Rosso della nave portarinfuse di proprietà britannica, la Rubymar. Dopo essere stata raggiunta da due missili, la nave, che sta già perdendo petrolio, è in pericolo di affondamento.

 

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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