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Conflitto russo-ucraino: se la tecnologia favorisce lo stallo

Secondo il generale ucraino Valery Zaluzhny «abbiamo raggiunto un livello tecnologico che porta ad una situazione di stallo».

Negli ultimi mesi, la linea del conflitto russo-ucraino è rimasta pressoché immutata. Nel corso della sua contro-offensiva, Kiev è avanzata di soli diciassette chilometri, sebbene un esercito come quello ucraino dovrebbe poter avanzare oltre le linee nemiche ad una velocità di trenta chilometri al giorno. Nell’ultimo anno l’esercito russo, dopo le vittorie conseguite a Soledar, Lysichannsk e Bakhmut, ha lentamente guadagnato qualche posizione nel Donbass, e le sue linee di difesa risultano difficilmente penetrabili. 

L’andamento del conflitto ha minato la speranza, degli ucraini e di tutti gli europei, che Mosca si sedesse al tavolo dei negoziati. Infatti, nonostante le ingenti perdite tra i soldati, che si attestano a 150 mila dall’inizio del conflitto, Vladimir Putin, il cui termine di paragone sono i due conflitti mondiali, non intende scendere a compromessi. 

Secondo il generale ucraino Zaluzhny questa guerra si sta progressivamente trasformando in un conflitto a bassa intensità a causa dell’odierno livello di sviluppo tecnologico, tale per cui entrambe le parti dispongono di strumenti sufficientemente sofisticati per monitorare le operazioni condotte dal nemico e anticiparne le mosse, senza che nessuna delle due sia nettamente superiore all’altra e, dunque, in grado di vincere il conflitto. In parte, tale dinamica è attribuibile alla cautela degli alleati occidentali nel fornire all’Ucraina supporto tecnico-militare. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden all’inizio dell’invasione russa si è posto degli obiettivi precisi e misurati: garantire che l’Ucraina non fosse sconfitta e che l’America non fosse trascinata in uno scontro diretto con la Russia. Sulla base di tali obiettivi è stato misurato il supporto fornito a Volodymyr Zelenskyy, sufficiente a consentire all’Ucraina di reggere il confronto, ma non abbastanza per vincere il conflitto. È il caso della decisione occidentale di trattenere la fornitura di sistemi missilistici a lungo raggio, o della scelta di posticipare al 2024 la fornitura di jet F-16, che hanno contribuito a dilatare i tempi dello scontro. 

Secondo Zaluzhny, non solo gli aiuti occidentali sono insufficienti e la loro fornitura cadenzata in maniera incompatibile con i tempi di risposta desiderati, ma lo standard tecnologico dell’armamentario messo a disposizione sarebbe basso, di vecchia generazione. La chiave per dare una svolta a questo conflitto starebbe, secondo il generale ucraino, proprio nei dispositivi militari di ultima generazione, come i droni e le tecnologie elettroniche che impediscono a questi di volare. Ciò consentirebbe di evitare che questo conflitto scivoli verso la guerra di logoramento e che finisca tra le guerre dimenticate. 

Alcuni elementi di tale scenario sono di pessimo auspicio. Tra questi, la decisione dell’amministrazione Biden di sospendere, entro la fine dell’anno, il flusso di aiuti verso Kiev, probabilmente il segno di una scarsa fiducia a Washington e a Bruxelles nell’imminente vittoria di Zelenskyy. Vi sono poi i limiti connaturati della tecnologia, che richiede tempi lunghi per progredire in termini di livello di avanzamento e, soprattutto, di accessibilità. Per tale ragione, la storia insegna che le guerre lampo sono possibili solo a valle di anni di innovazioni tattiche.

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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