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Arresto di Durov: il mondo complottista insorge tra accuse di censura e libertà di espressione

Negli ultimi giorni si è molto discusso riguardo l’arresto di Pavel Durov, trentanovenne co-fondatore e amministratore delegato dell’app di messaggistica criptata Telegram, all’aeroporto Le Bourget in Francia avvenuto il 24 agosto. Come si legge in un documento della Procura di Parigi contenente i capi d’accusa, Durov è imputato di complicità nelle attività illegali che si svolgono sull’app (traffico di stupefacenti, terrorismo, frodi, riciclaggio di denaro, pedopornografia, diffusione non consensuale di immagini intime) a causa della mancanza di moderazione, di cooperazione con le forze dell’ordine e, più in generale, degli strumenti offerti, tra cui numeri usa e getta o scambio di criptovalute. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram sia come mezzo di comunicazione che come fonte di informazioni.

2024, il super anno elettorale. Come se la sta cavando la democrazia?

2024, il super anno elettorale. Come se la sta cavando la democrazia? Il 2024 è il super-anno elettorale. Una chiamata alle urne per 76 paesi, con 4,1 miliardi di persone alle urne (51% della popolazione mondiale) e, in particolare, con più della metà del PIL globale. Molte le sfide in grado di ridisegnare potenzialmente gli […]

La Moldova tra l’UE e la Russia: la posta in gioco nei prossimi appuntamenti elettorali

La Moldova è una repubblica parlamentare, con un Presidente della Repubblica (Maia Sandu) e un Primo Ministro (Dorin Recean).
Resasi indipendente dall’Unione Sovietica nell’agosto del 1991, la Moldova è comunque rimasta nell’orbita russa fino alla elezione a Presidente della Sandu. Nel novembre 2020, le elezioni presidenziali hanno premiato il suo programma politico non basato su questioni geopolitiche, ma sulla necessità di cambiare il Paese da dentro. In particolare, ci si concentrava sulla necessità di portare avanti riforme radicali nel campo della giustizia e nelle forze dell’ordine e di lottare contro la corruzione presente nel governo e nell’amministrazione.

Sergio Mattarella lancia un appello contro la dezinformatsiya da Chișinău

Il 18 giugno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato da Chișinău, durante la prima visita ufficiale italiana in Moldova, un nuovo appello riguardo la campagna di disinformazione russa, la quale rappresenta una minaccia inammissibile per le democrazie occidentali. In particolare, riferendosi all’Italia, ha affermato che esiste nel nostro Paese «una molteplicità di siti web, una diffusa tempesta di fake news che sono forme di ostilità inaccettabili. Mi auguro che siano stabilite regole di comportamento dalle istituzioni internazionali».

La lotta contro la disinformazione in vista delle elezioni per il Parlamento europeo

Mentre l’Unione Europea si avvicina alle elezioni del Parlamento tra il 6 e il 9 giugno, la lotta contro la disinformazione è cruciale per proteggere la democrazia. La Russia cerca di ridurre il supporto all’Ucraina tramite disinformazione, attacchi hacker e finanziamenti illeciti. La disinformazione manipola contenuti per ingannare il pubblico e destabilizzare le democrazie, spesso utilizzando account falsi e bot. L’UE ha adottato misure per contrastare questi fenomeni, come la sospensione delle trasmissioni dei media pro-Cremlino e l’applicazione del Digital Services Act, che obbliga le piattaforme social a prevenire la diffusione di informazioni ingannevoli. La collaborazione tra istituzioni pubbliche e private è essenziale per affrontare questa sfida.

La Libia: un terreno di gioco per Russia e Turchia

Il focus sulla Striscia di Gaza ha in parte distolto l’attenzione globale dal dossier libico, che invece si conferma essere di crescente criticità per l’area e per gli interessi dell’Occidente. In politica estera, emerge un’influenza crescente di Russia e Turchia che eclissa le ambizioni europee. Frédréric Bobin, in un’analisi esclusiva per Le Monde, svela il complesso intarsio geopolitico libico, evidenziando gli interessi contrastanti delle potenze straniere che stanno plasmando il destino del Paese.

Intelligence failure e quesiti irrisolti riguardo l’attacco al Crocus City Hall

L’attacco alla sala concerti Crocus City Hall di Mosca del 22 marzo ha causato la morte di 140 persone e il ferimento di altre 180, minando uno degli impegni di più lunga data del presidente Putin nei confronti del popolo russo: ossia, garantire stabilità e sicurezza. La polizia russa ha arrestato undici sospettati, tra cui i quattro uomini del Tagikistan presunti esecutori della sparatoria e dell’appiccamento dell’incendio, comparsi domenica 24 marzo davanti a un tribunale di Mosca con l’accusa di terrorismo: si tratta di Dalerdzhon Mirzoyev, 32 anni, Saidakrami Rachabalizoda, 30 anni, Shamsidin Fariduni, 25 anni, e Mukhammadsobir Faizov, 19 anni.

L’ondata di disinformazione russa dopo l’attentato a Mosca 

L’ondata di disinformazione russa dopo l’attentato a Mosca In seguito all’attacco terroristico a Mosca del 22 marzo che ha provocato 137 morti e 180 feriti sconvolgendo la Russia, ha iniziato a muoversi la gigantesca macchina che alimenta la dezinformacija. Qualche ora dopo l’attentato, ha iniziato a circolare in rete l’ipotesi di una possibile “pista ucraina”, […]