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La Moldova tra l’UE e la Russia: la posta in gioco nei prossimi appuntamenti elettorali

La Moldova è una repubblica parlamentare, con un Presidente della Repubblica (Maia Sandu) e un Primo Ministro (Dorin Recean). Resasi indipendente dall’Unione Sovietica nell’agosto del 1991, la Moldova è comunque rimasta nell’orbita russa fino alla elezione a Presidente della Sandu. Nel novembre 2020, le elezioni presidenziali hanno premiato il suo programma politico non basato su questioni geopolitiche, ma sulla necessità di cambiare il Paese da dentro. In particolare, ci si concentrava sulla necessità di portare avanti riforme radicali nel campo della giustizia e nelle forze dell’ordine e di lottare contro la corruzione presente nel governo e nell’amministrazione.

La Moldova è una repubblica parlamentare, con un Presidente della Repubblica (Maia Sandu) e un Primo Ministro (Dorin Recean). 

Resasi indipendente dall’Unione Sovietica nell’agosto del 1991, la Moldova è comunque rimasta nell’orbita russa fino alla elezione a Presidente della Sandu. Nel novembre 2020, le elezioni presidenziali hanno premiato il suo programma politico non basato su questioni geopolitiche, ma sulla necessità di cambiare il Paese da dentro. In particolare, ci si concentrava sulla necessità di portare avanti riforme radicali nel campo della giustizia e nelle forze dell’ordine e di lottare contro la corruzione presente nel governo e nell’amministrazione.

Suddette elezioni hanno rappresentato un importante cambiamento. Infatti, il candidato sconfitto, nonché leader uscente, Igor Dodon, contava sul supporto esplicito di Putin. 

Nonostante il programma non geopolitico della neoeletta Presidente, analisti internazionali hanno commentato il voto del 2020 sottolineando i risvolti geopolitici dati dalla politica filo europeista dell’attuale Presidente.

Proprio quest’ultimo orientamento della Sandu ha permesso alla Moldova di iniziare il suo percorso verso l’Unione europea (marzo 2022). In seguito, il Paese ha ricevuto lo status di “paese candidato” a giugno dello stesso anno e dal dicembre 2023 sono stati avviati i negoziati per l’adesione. 

Nel marzo 2024, i leader dei 27 Paesi membri sono rimasti ben colpiti dai progressi della Moldova in campo legislativo e nelle riforme. In particolare, il Consiglio europeo ha scritto di continuare la procedura negoziale senza alcun indugio. 

Inoltre, sempre in occasione del comunicato di marzo, il Consiglio europeo ha affermato che l’ Unione europea continuerà a fornire alla Repubblica di Moldova tutto il sostegno del caso per rispondere alle sfide che quest’ultima si trova ad affrontare per effetto dell’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. È desiderio dell’Unione lavorare e collaborare per rafforzare la resilienza, la sicurezza e la stabilità del Paese di fronte alle attività destabilizzanti della Russia.

A proposito di Russia, non si può dimenticare la presenza di Mosca nel territorio moldavo, in particolare nella regione della Transnistria. Da sempre avversa ad essere inglobato nella Moldova, questa regione è dichiaratamente filo russa, si trova tra la Moldova e l’Ucraina e “ospita” soldati russi in un numero che oscilla tra le 1000 e le 4000 unità. Nel 2023, Putin ha annullato un decreto del 2012 che ammetteva parzialmente la sovranità della Moldova rispetto alla regione separatista. Tale revoca è stata giustificata come misura per tutelare gli interessi russi nel nuovo contesto geopolitico internazionale. 

Sulla Transnistria, ricordiamo la collaborazione tra Chisinau e Bruxelles. Infatti, dal 24 aprile 2023 è stata istituita la missione civile di partenariato in Moldova (Eupm Moldova) con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la sicurezza del Paese contro crisi e minacce ibride, tra cui la protezione dell’integrità territoriale del Paese.

La presenza russa nell’ombra costituisce un timore anche in prospettiva del prossimo appuntamento elettorale.

In particolare, il 20 ottobre, i cittadini della Moldova saranno chiamati alle urne per le presidenziali e soprattutto per il referendum che potrebbe portare, all’interno della Costituzione nazionale, l’inserimento di una prospettiva di ingresso del Paese nell’Unione europea. 

Il peso e le possibili implicazioni future di questo voto rendono l’appuntamento elettorale di grande importanza, specialmente in un contesto di forte polarizzazione tra filo-russi e pro-UE. Soprattutto perché, tra i dieci candidati alla carica di Presidente, i due super favoriti in base ai sondaggi sono, nuovamente, Maia Sandu (volto di una Moldova vicina a Bruxelles) e Dodon (espressione dei filo-russi). 

Questa rilevanza è nota soprattutto all’UE. Non è casuale che, in occasione della sua visita a Chisinau (18 giugno), il Presidente della Repubblica italiana Mattarella abbia dichiarato l’appoggio dell’Italia alla candidatura moldava per un suo ingresso in UE e abbia sensibilizzato sulla preoccupante possibilità che attacchi informatici russi possano danneggiare la regolarità del voto nazionale.

Vanni Nicolì – PhD student

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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