La Cina non è vicina
- 11 Settembre 2024
Il documento “La Relazione Annuale 2023 sulla politica dell’informazione per la sicurezza” individua i rischi geopolitici rilevanti per gli interessi italiani all’estero. Tra gli scenari geostrategici dello scorso anno, il rapporto evidenzia la presenza di Russia e Cina in Africa. Infatti, qualsiasi movimento di rilievo nel continente africano ha un impatto potenziale sull’Italia nel commercio e nella migrazione. La presenza di Mosca si basa sui militari, mentre Pechino esercita il potere economico. La potenza militare, come si è visto con l’invasione russa dell’Ucraina, ha dimostrato la sua importanza, ma, a lungo termine, il dominio finanziario e il controllo delle risorse strategiche possono rivelarsi più efficienti. In effetti, il rapporto dedica un’altra infografica al peso della Cina nel mondo.
L’ascesa della Cina è innegabile e raggiunge molti paesi anche in diverse latitudini, come accade in tutta l’Eurasia con la Belt and Road Initiative (BRI), nota anche come la Nuova Via della Seta. L’Italia non fa eccezione, anche se la nazione ha inviato un chiaro messaggio circa l’interesse formale o fattuale ad abbandonare un tale progetto. Il ragionamento alla base della decisione è chiaro: abbracciare la BRI sta danneggiando altre relazioni di importanza critica, mentre i benefici sono ancora da valutare. Dopo tutto, geograficamente e culturalmente, la Cina è lontana dall’Italia.
Indipendentemente dall’approccio alle relazioni con la nazione asiatica, la Cina è una superpotenza emergente le cui mosse strategiche alla fine raggiungeranno paesi lontani. Se si considerano i fattori di fondo dell’attuale scenario geopolitico, è facile individuare la guerra commerciale Cina-Stati Uniti al centro delle controversie globali. Per decenni, la Cina è cresciuta a un ritmo senza precedenti, sviluppando tutte le capacità logistiche nel processo, compresa una tecnologia all’avanguardia, con applicazioni militari che rivaleggiano con la Russia e gli Stati Uniti. Gli interessi commerciali cinesi si estendono a qualsiasi angolo del mondo, e le sue ambizioni stanno aumentando oltre il commercio e lo sviluppo economico.
La Cina ha ora voce in capitolo in qualsiasi scenario del pianeta. Uno di questi scenari è l’America Latina, che è stata a lungo considerata il cortile degli Stati Uniti. Pechino sta diffondendo la sua presenza in tutta la regione, diventando il principale partner commerciale della maggior parte delle economie locali, pur esercitando un’influenza moderata nei paesi ospitanti. Mantenendo un basso profilo, Pechino ha evitato un confronto aperto con gli Stati Uniti per lungo tempo. Mentre la guerra commerciale tra i due paesi è cresciuta in intensità, sta costringendo Pechino a fare mosse più aggressive, anche bussando alla porta della rivale, aumentando la sua presenza in Messico e attraversando linee rosse, come gli investimenti che potrebbero essere direttamente associati al progetto BRI. Infatti, le aziende cinesi stanno aggirando le restrizioni all’importazione nel mercato americano producendo localmente in Messico o semplicemente riferendo le loro merci come fatto nel paese latino-americano, giacche è un membro del trattato di libero scambio USMCA (Stati Uniti, Messico e Canada). Il Messico è ora al centro del cosiddetto fenomeno del nearshoring, o della massiccia delocalizzazione delle aziende americane, che spostano le loro aziende dall’Asia ai loro paesi limitrofi per evitare preoccupazioni geopolitiche che potrebbero danneggiare le catene di approvvigionamento globali. Altri paesi della regione stanno facendo mosse coraggiose, offrendo alla Cina i loro territori per basi militari, nuovi canali e porti marittimi, o inviti aperti a sostenere iniziative guidate dalla Cina. Inavvertitamente, l’America Latina sta diventando la scena del confronto commerciale tra Washington e Pechino.
Per la maggioranza degli italiani, queste schermaglie potrebbero non dire nulla. La nazione mantiene relazioni amichevoli con la maggior parte dei paesi, ma è da segnalare che trattati di libero scambio su larga scala, come quelli dell’Unione europea con il Messico e il Mercosur, sono temporaneamente interrotti. Le cifre di esportazioni o investimenti diretti sono deboli, e sottolineando come il coinvolgimento italiano in settori quali energia, macchinari di produzione avanzati, automobile o moda, non sono pienamente sfruttati.
L’America Latina non è una priorità per le nazioni europee, ma gli interessi dell’Unione europea si scontrano sempre più con le ambizioni della Cina. Sullo sfondo, la guerra commerciale tra Washington e Pechino, che avrà conseguenze inevitabili per l’Ue. Tuttavia, rappresentare l’America Latina come scacchiera per un conflitto globale può essere un’interpretazione errata. Il gioco attuale differisce dagli scacchi, dove entrambi i rivali muovono i loro pezzi per catturare il re avversario, dal momento che la Cina gioca Weiqi, meglio conosciuto come Go. Rispetto agli scacchi, Weiqi si basa su movimenti lenti che aggiungono spazio fino a controllare un’area maggiore; il gioco rappresenta anche l’interpretazione cinese di guerre di qualsiasi natura, che sono eventi indesiderabili che dovrebbero essere evitati consegnando saggiamente il più debole al giocatore dominante. Un’analisi più approfondita della presenza cinese altrove dovrebbe allertare gli esperti geopolitici sulle possibili conseguenze per nazioni lontane.
L’America Latina sta diventando lo scenario del conflitto cinese-americano, e ciò che accade in quella regione può avere conseguenze inaspettate su scala globale. Attraverso l’analisi a lungo termine, la geopolitica può anticipare i rischi e offrire preziosi consigli, anche su eventi riguardanti territori lontani. Certamente la Cina non é vicina, almeno per il momento.
Francisco Javier Valderrey Villar – Professore Ordinario di Scuola di Economia al Campus León
Fonti:
Beneduzi, L. F. (2023). América Latina: inmigración y política exterior italiana. In Learning and Teaching EU-Latin America and the Caribbean Relations. An open educational resource (pp. 151-172). FAU University Press.
Miralles, J. L., & Solas, M. F. (2023). La brújula estratégica de la Unión Europea y el terrorismo (p. 1). Aranzadi.
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (2024). Relazione Annuale sulla Politica dell’Informazione per la Sicurezza 2023, https://www.sicurezzanazionale.gov.it
Valderrey Villar, F. J. (2020). América Latina: ¿el escenario de la confrontación comercial? Cuadernos de estrategia, (204), 117-172. Instituto Español de Estudios Estratégicos.