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La presidenza ad interim del Consiglio Europeo: una mina vagante facile da disinnescare

La decisione del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel di candidarsi alle prossime elezioni europee di giugno ha suscitato forti preoccupazioni a Bruxelles e in molte cancellerie europee, in quanto questo gli imporrà di lasciare anticipatamente il suo incarico. L’art. 2 del regolamento interno del Consiglio prevede che in caso di “malattia, decesso o cessazione del mandato”, il Presidente del Consiglio Europeo venga sostituito, “se necessario fino all’elezione del suo successore”, dal leader del Paese membro “che esercita la presidenza semestrale del Consiglio” dell’Unione Europea. Proprio questa norma rischia di provocare un serio problema per l’UE, poiché potrebbe portare a presiedere ad interim il Consiglio Europeo l’attuale Primo Ministro Ungherese Viktor Orban, dal momento che dal I luglio al 31 dicembre 2024 spetterà a Budapest la presidenza del Consiglio dell’Unione.

Giuridicamente non esistono ostacoli di sorta che impediscano a Michel di porre fine anticipatamente al suo mandato: pertanto, se è vero per il momento il belga assicura che presterà fede ai propri impegni istituzionali fino all’ultimo giorno in cui la sua candidatura europea glielo consentirà, è altrettanto certo che nel caso di una sua elezione occorrerà individuare un suo sostituto fino al momento in cui verrà eletto il suo successore ufficiale. La prospettiva di affidare, sia pure per pochi mesi, la guida del Consiglio al capo di governo forse più euroscettico che l’UE possa esprimere in questa fase preoccupa molto. 

Resta da vedere quanto sia realmente probabile una tale prospettiva. Sulla carta, il rinnovo del vertice del Consiglio Europeo era programmato per novembre 2024, ma nulla impedisce che si proceda a designare un nuovo Presidente anche prima, una volta preso atto della rinuncia anticipata di Michel. Le cronache registrano contatti tra i governanti europei per addivenire alla scelta del suo successore già tra giugno e gli inizi di luglio, in modo da mettere in condizione il nuovo Presidente di guidare a pieno titolo il Consiglio fin dagli inizi della presidenza ungherese. In più, osservano alcuni, dal momento che la disposizione che prevede la potenziale presidenza ad interim del Presidente del Consiglio UE è una norma ordinaria, può essere modificata a maggioranza semplice: nulla vieta, quindi, che un gruppo sufficientemente consistente di Stati membri si accordi per cambiare la regola in questione, disinnescando la “mina Orban” ben prima che questa possa esplodere. 

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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