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La difesa europea e il nuovo ordine di priorità dell’UE

L’inizio del 2024 ha visto l’affermazione di una nuova tendenza in seno alle assemblee e nell’agenda politica dell’Unione europea. La direzione unionale che porta alla difesa europea, già presente anche nell’anno precedente, è stata rafforzata dalla volontà di Bruxelles di farne una priorità politica. Infatti, l’UE ha definitivamente cambiato prospettive e priorità legislative con un’attenzione maggiore sugli investimenti nella difesa piuttosto che sulla green economy.

A tal proposito, nel mese di gennaio, è stato lanciato il progetto “Defence Equity Facility”. Tale iniziativa ha l’obiettivo di stimolare lo sviluppo di un ecosistema di fondi privati di investimenti per l’innovazione tecnologica. L’iniziativa si concentrerà sulla tecnologia dual-use per applicazioni civili e militari a sostegno della difesa europea. Questo progetto, che ha visto la collaborazione tra la Commissione europea e il Fondo europeo per gli investimenti, prevede un budget iniziale di 175 milioni di euro (100 milioni dal Fondo per la Difesa europea e 75 da quello per gli investimenti) e si prefigge anche di attrarre attori privati, mobilitando piccole e medie imprese e start-up in grado di apportare innovazioni nella tecnologia della difesa e della sicurezza. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere, in questi investimenti privati, la somma di 500 milioni di euro.

Nello stesso periodo, verso la fine di gennaio, si è presa in considerazione la possibilità di modificare la destinazione dei fondi dell’“Horizon Europe Framework Programme” che saranno attivati dal 2028. Questa iniziativa, giunta alla sua nona programmazione, ha focalizzato i propri progetti per rendere l’UE capace di guidare il mondo nella transizione digitale e verde e, di conseguenza, rendersi più autonoma rispetto ad altri attori geopolitici mondiali.  

In particolare, questo programma contiene una clausola speciale che prevede che la ricerca nei settori interessati sia finalizzata a scopi civili. Considerando questa previsione e la particolare situazione relativa ad un quadro geopolitico mondiale caratterizzato da incertezza e costanti e crescenti tensioni, la Commissione ha iniziato una trattativa istituzionale per ampliare la clausola e includere, a partire dal prossimo programma Horizon 2028-2034, anche gli scopi militari.

Inoltre, di fronte alla restrizione dei bilanci nazionali, gli Stati membri hanno ridotto un fondo comune progettato per stimolare l’innovazione nel blocco da 10 miliardi di euro a 1,5 miliardi e hanno assicurato che questo può essere utilizzato solo per progetti legati alla difesa e non anche per tecnologie verdi o altre politiche climatiche. 

A questo nuovo orientamento, sembra essersi adeguata anche la Banca Europea per gli Investimenti, il più grande istituto di credito al mondo che nel 2019 si è autodefinita come la “banca del clima”. Tale istituzione, infatti, è sotto pressione affinché vengano finanziati un numero maggiore di progetti nel settore degli armamenti.

Questo discorso si collega all’importante dichiarazione fatta dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel che ha affermato, in occasione del forum del gruppo della Banca europea per gli Investimenti, che potrebbero essere investiti 600 miliardi di euro nella difesa per i prossimi 10 anni.

Inoltre, per il 27 febbraio, è atteso l’intervento del Commissario per il mercato interno, Thierry Breton, che definirà una nuova strategia volta a garantire investimenti sostenuti per la difesa.

Quanto appena affermato sull’evoluzione del dialogo politico-istituzionale potrebbe interessare la situazione relativa agli Houthi nello Yemen e alla strategia europea per affrontare questa sfida geopolitica. I Paesi membri non hanno condiviso la scelta di Stati Uniti e Regno Unito di lanciare attacchi aerei sulle postazioni houthi e si sono opposti all’idea di essere sotto il comando di Washington. 

La missione Aspides, che vede coinvolti diversi Stati, tra i quali Italia, Grecia e Francia, vedrà tre navi sotto il comando dell’UE per scopi difensivi e garantire il corretto funzionamento del commercio internazionale. Anche se solo in casi di necessaria difesa, l’UE ha previsto la possibilità di rispondere militarmente e questo punto rappresenta una chiave davvero interessante. 

Questa missione, al di là della sua natura difensiva, potrebbe rappresentare un’importante chiave di lettura perché l’UE è stata in grado di individuare degli interessi economici propri che le hanno permesso di lavorare all’organizzazione di un suo intervento. Riuscire a staccarsi dagli USA in tali contesti potrebbe costituire un ulteriore motivo per rafforzare e accelerare le dinamiche politico-istituzionali relative alla definitiva formazione di una difesa europea.



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Sudan: Perché la guerra civile “a fari spenti” è un problema mondiale

Il conflitto, che ha già provocato la morte di 150.000 persone, non può avere esito militare. Il cessate il fuoco, fondamentale, richiede la fine delle interferenze straniere e deve portare a un negoziato politico che includa i rappresentanti della società civile sudanese che ha abbattuto la dittatura nel 2019.

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Richiedente asilo siriano considerato affiliato all’ISIS si costituisce per l’attentato di Solingen

La sera del 23 agosto un uomo ha accoltellato apparentemente a caso dei passanti durante le celebrazioni del cd. “Festival della Diversità”, indetto in occasione del 650° anniversario della fondazione della città di Solingen, in Germania. L’attentatore era fuggito nel trambusto e nel panico seguiti all’attacco. Due uomini di 67 e 56 anni e una donna di 56 anni sono morti, mentre otto persone sono rimaste ferite, quattro delle quali momentaneamente in pericolo di vita. Nella giornata del 24 agosto la milizia terroristica ISIS aveva rivendicato la responsabilità dell’attacco, motivato come una vendetta per gli attacchi condotti contro cittadini islamici in Palestina e nel resto del mondo, ma le autorità di sicurezza non avevano confermato l’esistenza del movente islamista.

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Arresto di Durov: il mondo complottista insorge tra accuse di censura e libertà di espressione

Negli ultimi giorni si è molto discusso riguardo l’arresto di Pavel Durov, trentanovenne co-fondatore e amministratore delegato dell’app di messaggistica criptata Telegram, all’aeroporto Le Bourget in Francia avvenuto il 24 agosto. Come si legge in un documento della Procura di Parigi contenente i capi d’accusa, Durov è imputato di complicità nelle attività illegali che si svolgono sull’app (traffico di stupefacenti, terrorismo, frodi, riciclaggio di denaro, pedopornografia, diffusione non consensuale di immagini intime) a causa della mancanza di moderazione, di cooperazione con le forze dell’ordine e, più in generale, degli strumenti offerti, tra cui numeri usa e getta o scambio di criptovalute. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram sia come mezzo di comunicazione che come fonte di informazioni.

Diritto

Commissario per la difesa UE: identikit di una nuova figura

Ieri, Ursula Von der Leyen è stata rieletta in qualità di Presidente della Commissione europea.
Il programma per questo nuovo mandato si concentrerà su alcuni punti saldi. Il primo inerisce all’ambiente e al green deal europeo, con il dichiarato obiettivo di ridurre le emissioni del 90% per il 2040. Il secondo riguarda le migrazioni, con l’intenzione di elaborare nuove strategie per contrastare i flussi irregolari nel rispetto del diritto internazionale, garantendo soluzioni sostenibili ed eque per gli stessi migranti e i Paesi interessati dalle rotte migratorie. Infine, la neo-eletta Presidente si è espressa anche sulla difesa europea, sostenendo la nomina per un Commissario per la difesa europea per contribuire al coordinamento in questo settore. Tale figura, nel pieno rispetto dei Trattati, collaborerà a stretto contatto con il prossimo Alto Rappresentante/Vicepresidente.

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Difesa e sicurezza: chi ha il potere in Francia?

Le competenze sulle politiche di difesa e sicurezza nell’ordinamento francese sono oggetto di una ripartizione molto articolata tra vari organi costituzionali: per questa ragione, non è possibile individuare una competenza ultima in capo ad un unico soggetto istituzionale.
Di seguito vengono definiti i ruoli dei vari organi costituzionali competenti.

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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