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Commissario per la difesa UE: identikit di una nuova figura

Ieri, Ursula Von der Leyen è stata rieletta in qualità di Presidente della Commissione europea. Il programma per questo nuovo mandato si concentrerà su alcuni punti saldi. Il primo inerisce all’ambiente e al green deal europeo, con il dichiarato obiettivo di ridurre le emissioni del 90% per il 2040. Il secondo riguarda le migrazioni, con l’intenzione di elaborare nuove strategie per contrastare i flussi irregolari nel rispetto del diritto internazionale, garantendo soluzioni sostenibili ed eque per gli stessi migranti e i Paesi interessati dalle rotte migratorie. Infine, la neo-eletta Presidente si è espressa anche sulla difesa europea, sostenendo la nomina per un Commissario per la difesa europea per contribuire al coordinamento in questo settore. Tale figura, nel pieno rispetto dei Trattati, collaborerà a stretto contatto con il prossimo Alto Rappresentante/Vicepresidente.

Ieri, Ursula Von der Leyen è stata rieletta in qualità di Presidente della Commissione europea.

Il programma per questo nuovo mandato si concentrerà su alcuni punti saldi. Il primo inerisce all’ambiente e al green deal europeo, con il dichiarato obiettivo di ridurre le emissioni del 90% per il 2040. Il secondo riguarda le migrazioni, con l’intenzione di elaborare nuove strategie per contrastare i flussi irregolari nel rispetto del diritto internazionale, garantendo soluzioni sostenibili ed eque per gli stessi migranti e i Paesi interessati dalle rotte migratorie. Infine, la neo-eletta Presidente si è espressa anche sulla difesa europea, sostenendo la nomina per un Commissario per la difesa europea per contribuire al coordinamento in questo settore. Tale figura, nel pieno rispetto dei Trattati, collaborerà a stretto contatto con il prossimo Alto Rappresentante/Vicepresidente. 

Dalle parole della Von der Leyen, cerchiamo di approfondire la figura e il ruolo di un Commissario dell’UE per provare a comprendere come lavorerà, se instaurata, questa figura in un comparto così importante come quello della difesa. 

Nella prima riunione formale della precedente presidenza, il collegio dei commissari ha adottato i suoi metodi di lavoro per quanto riguarda l’organizzazione della leadership politica. I metodi di lavoro si fondano sui principi della collegialità, trasparenza ed efficienza e hanno costituito la base del lavoro della Commissione nel periodo 2019-2024.

Il pacchetto di decisioni comprende:

  • le responsabilità di ciascun commissario e il funzionamento dei servizi che lo sostengono, anche all’interno dei sei gruppi di commissari
  • le norme sulla composizione dei gabinetti dei commissari e del servizio del portavoce
  • la creazione di I.D.E.A., il gruppo di riflessione interno della Commissione.

Secondo il principio della collegialità, le decisioni sono adottate collettivamente. Tutti i membri della Commissione sono uguali nel prendere decisioni e altrettanto responsabili per queste e ogni Commissario la promuove e la difende. Qualsiasi posizione che diverga dalla posizione originariamente adottata dalla Commissione deve essere formalmente approvata dal collegio.

Questa impostazione ha portato ad istituzionalizzare le decisioni sull’azione esterna dell’UE discusse e assunte sempre in seno al Collegio della Commissione. Per decidere, la maggioranza viene calcolata sui membri del Collegio stesso.

Inoltre, le posizioni della Commissione su questioni non legislative, ma collegate alle relazioni esterne e ai negoziati, sono concordate con il gruppo di coordinamento esterno.

Inoltre, in seno al Consiglio, vige il principio di voto dell’unanimità che prevede l’accordo da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. I settori strategici per cui il Consiglio delibera all’unanimità sono elencati in modo esauriente nei trattati.

L’Atto unico europeo, firmato nel 1986, aveva modificato il trattato di Roma dando un nuovo slancio all’integrazione europea e al completamento del mercato interno, riducendo il numero di settori strategici per i quali l’unanimità era necessaria per l’adozione di una legislazione. L’ultima modifica dei trattati, in occasione della redazione di quello di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, ha nuovamente aumentato il numero di settori strategici in cui si applica il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio.

Un numero ristretto di settori strategici è considerato sensibile e rimane subordinato al voto all’unanimità:

  • imposizione fiscale;
  • sicurezza sociale o protezione sociale;
  • adesione di nuovi Stati membri dell’Unione europea;
  • politica estera e di sicurezza comune (PESC), compresa la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC);
  • cooperazione di polizia operativa tra gli Stati membri.

 

Per quanto sia coerente il fatto che la Commissione si occupi dell’azione esterna dell’UE, soprattutto rispetto ai dettati del TUE e del TFUE, non si possono non considerare la presenza di nuove e diverse priorità politiche per Bruxelles. Infatti, considerando l’attuale situazione geopolitica in costante evoluzione, l’aumento esponenziale delle minacce e la loro incredibile liquidità, si potrebbe pensare che il settore della difesa possa avvalersi di una figura che presenti meno vincoli, ma ugualmente bilanciata nell’assegnazione dei suoi poteri.

Il fatto che la Presidente Von der Leyen, nel suo discorso richiamato in precedenza, abbia sottolineato la sua volontà di inserire questa nuova figura commissariale in linea con il Trattato di Lisbona potrebbe rappresentare un limite a questo rinnovato settore unionale. In particolare, vedendo come TUE e TFUE (rispettivamente art. 42 e 222) strutturano la difesa e l’intervento dei Paesi membri in caso di aggressione parrebbe opportuno, vedendo l’attuale scenario geopolitico, cambiare e riadattare determinati punti dei trattati per leggere in modo efficace ed efficiente la nuova sintassi politica, giuridica e geopolitica che riguarda l’UE i suoi interessi. 

 

Vanni Nicolì – PhD student

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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