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La Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza riflette la diversificata gamma di minacce alla sicurezza nazionale che, dalla prospettiva intelligence, sono state alla prioritaria attenzione nel corso del 2023, ed evidenzia, come di consueto, le principali direttrici di intervento lungo le quali gli Organismi informativi hanno operato a tutela degli interessi nazionali, in aderenza ai principi costituzionali e agli obiettivi indicati dal Governo, e sotto il controllo del Parlamento.

La Relazione, come ogni anno, racconta la serie di minacce alla sicurezza nazionale che sono state di attenzione prioritaria da parte degli Organismi informativi, evidenziando le linee su cui hanno operato maggiormente. Nuova globalizzazione, dinamiche migratorie, radicalismo anti-occidentale e movimenti antagonistici, nel quadro di una crescente conflittualità geopolitica: è un mondo in profonda trasformazione quello che emerge dalla Relazione del 2023 dei Servizi di Informazione e Sicurezza al Parlamento. Le nuove minacce, dunque, sono sempre più ibride e complesse. 

Particolare è il richiamo alle cosiddette questioni transnazionali. Un’attenzione specifica è stata prestata alla nuova globalizzazione economica, alle migrazioni internazionali, al fattore climatico, alle frontiere della tecnologia, alla trasformazione del jihad globale e alle materie prime. Proprio la sicurezza delle materie prime e il bisogno di affermare una propria dipendenza emergono come dei bisogni prioritari. Nella Relazione viene sottolineato come l’approvvigionamento delle materie prime esponga ogni sistema economico a fattori che rendono difficile il diretto controllo da parte dei decisori politici nazionali, stabilendo così “la necessità di adottare, a fronte di un contesto geopolitico in costante evoluzione, contromisure finalizzate a limitare le vulnerabilità derivanti dalla dipendenza dai mercati internazionali”. Oltre alle materie prime energetiche fossili (petrolio, gas e carbone), che rimangono dominanti nel funzionamento delle economie avanzate, è indispensabile avere condotte rilevanti nei confronti delle materie prime necessarie per garantire la transizione energetica, sostenendo soluzioni tecnologiche e processi industriali innovativi.

Ancora, una particolare attenzione è stata riservata alle cosiddette campagne ibride, caratterizzate da attacchi cyber e utilizzo delle fake news. Per questo genere di minaccia, la Russia è indicata come uno degli attori geopolitici più attivo.

Il rischio per il 2024 è davvero alto e concreto dato che saranno ben 76 i Paesi in tutto il mondo che si recheranno alle urne per votazioni nazionali. Seppur non rientrante in questa specifica categoria, anche l’Unione europea è in pericolo dato il prossimo appuntamento elettorale (8-9 giugno). Su questo versante, è stato garantito che i servizi di intelligence italiani stanno lavorando in costante collaborazione con quelli di altri Stati.  

Intanto, dagli Stati Uniti, trapelano le preoccupazioni per le quali la Russia sarebbe già in azione per interferire nelle elezioni americane. La preoccupazione di ex funzionari ed esperti informatici statunitensi è che ci sia l’utilizzo di alcuni bot falsi e account online finalizzati a danneggiare il Presidente Biden e i suoi collaboratori con l’intenzione di minare gli accordi militari americani all’Ucraina e il sostegno di Washington alla NATO.

L’attenzione e la vigilanza su questo fronte è molto elevata anche in Europa. Il 5 febbraio, il Parlamento europeo ha accusato la Russia di trasportare migranti alla frontiera esterna dell’UE nell’ambito delle sue strategie ibride di interferenza per provocare l’UE e i suoi Stati membri; cercare di entrare in contatto con partiti, figure politiche e movimenti di estrema sinistra e di estrema destra per, su lungo periodo, legittimare le posizioni russe e i governi delegati ed esercitare pressioni per la riduzione delle sanzioni e mitigare le conseguenze delle crisi internazionali isolamento.

Soprattutto, sono stati evidenziati i rischi legati al comparto industriale della difesa e dell’aerospazio, ritenuto appetibile a ingerenze e interferenze straniere. In particolare, gli operatori stranieri sono da attenzionare nel corso delle gare di assegnazione legate ai diversi programmi. 

A tal proposito, si legge che Mosca abbia cercato di ostacolare le iniziative italiane ed europee relative ai progetti di diversificazione energetica attraverso l’adozione di una propaganda volta a danneggiare l’informazione inerente all’andamento dei prezzi nei confronti del grande pubblico europeo. Al momento, non c’è ancora stata una risposta europea su questi tentativi russi, ma un importante numero di parlamentari, Primi Ministri europei (di differente appartenenza politica) stanno premendo affinché ci sia un totale distacco dalla fornitura di gas russo. 

Inoltre, venerdì 1 marzo, la Commissione europea ha esortato gli Stati membri a non opporsi alle riforme sul “Trattato energetico internazionale”. L’UE, nonostante sia molto impegnata nell’ambito della difesa europea, non sta dimenticando il suo impegno sulle green policies ed ha proposto, per la prima volta, un’uscita coordinata dal trattato proprio per le preoccupazioni di molti Paesi membri circa il cambiamento climatico.

 

Disponibile qui: Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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