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Difesa e sicurezza: chi ha il potere in Francia?

Le competenze sulle politiche di difesa e sicurezza nell’ordinamento francese sono oggetto di una ripartizione molto articolata tra vari organi costituzionali: per questa ragione, non è possibile individuare una competenza ultima in capo ad un unico soggetto istituzionale. Di seguito vengono definiti i ruoli dei vari organi costituzionali competenti.

Introduzione

Le competenze sulle politiche di difesa e sicurezza nell’ordinamento francese sono oggetto di una ripartizione molto articolata tra vari organi costituzionali: per questa ragione, non è possibile individuare una competenza ultima in capo ad un unico soggetto istituzionale.

Di seguito vengono definiti i ruoli dei vari organi costituzionali competenti.

Presidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica è il capo delle forze armate (art. 15 della Costituzione). È il garante dell’indipendenza nazionale, dell’integrità territoriale e del rispetto dei trattati. Decide l’uso della forza e, a tal fine, ha la responsabilità e il potere di impegnare risorse nucleari se necessario. Presiede il Consiglio di politica nucleare e il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale (quest’ultimo è responsabile di tutte le questioni di difesa e sicurezza e può riunirsi in formazioni specializzate, come il Consiglio nazionale di intelligence o il Consiglio ristretto per le questioni relative alle operazioni esterne).

Primo Ministro

È il garante dell’azione del governo in tutti i settori della difesa e della sicurezza nazionale. Sovrintende all’attuazione di tutte le decisioni prese dal Consiglio di difesa e sicurezza nazionale. È responsabile dell’amministrazione e delle forze armate e, insieme ai ministri competenti, risponde al Parlamento delle varie politiche che contribuiscono alla sicurezza nazionale. È supportato dal Segretariato generale per la difesa e la sicurezza nazionale (SGDSN), che coordina la preparazione e garantisce l’attuazione delle misure che contribuiscono alla strategia di sicurezza nazionale.

Parlamento

Il Parlamento partecipa alla definizione della strategia di sicurezza nazionale. Gli interventi esterni delle forze armate sono soggetti a una procedura di informazione e, per un periodo superiore a quattro mesi, all’autorizzazione del Parlamento (articolo 35 della Costituzione).

Ministro delle Forze Armate

Il Ministro delle Forze Armate prepara e attua la politica di difesa, di cui è responsabile di fronte al Parlamento insieme al Primo Ministro.

Per quanto riguarda l’autorità che esercita sulle forze armate, sulle divisioni e sui servizi:

  • determina l’organizzazione delle forze armate e delle direzioni e dei dipartimenti del ministero
  • elabora i programmi per gli effettivi, l’equipaggiamento e le infrastrutture
  • ne controlla l’attuazione
  • definisce la politica delle risorse umane e garantisce il rispetto dei diritti e dei doveri del personale militare
  • organizza il supporto al personale e all’equipaggiamento e stabilisce le linee guida per la gestione del patrimonio immobiliare
  • definisce le condizioni in cui il Corpo sanitario dell’Esercito contribuisce alla politica di sanità pubblica
  • definisce le missioni di sua competenza affidate alle unità specializzate della gendarmeria
  • esercita la propria autorità sul personale della gendarmeria militare impegnato in missioni militari sia all’interno che all’esterno del territorio nazionale.

Per quanto riguarda la preparazione e la sicurezza delle forze armate:

  • è responsabile della sicurezza dei mezzi militari di difesa e della preparazione delle forze armate
  • conduce i negoziati internazionali in materia di difesa
  • definisce la strategia e le azioni da intraprendere in termini di politica industriale e di ricerca nei settori di interesse per la difesa
  • si occupa delle questioni relative ai veterani e alle vittime di guerra, del legame tra le forze armate e la nazione, delle riserve militari e delle questioni relative ai militari rimpatriati

Politica di difesa

La politica di difesa è la componente di difesa della strategia nazionale di difesa e sicurezza, che è interministeriale. Per contribuire in modo coordinato al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla politica di difesa a livello ministeriale, la strategia di difesa garantisce la coerenza dei “modi e dei mezzi” messi in atto dai vari dipartimenti.

Essa comprende quindi le varie strategie che compongono la politica di difesa, in particolare:

  • strategia militare generale
  • strategia di ricerca industriale e tecnologica della difesa
  • strategia di pianificazione territoriale e patrimoniale della difesa; – strategia delle risorse umane
  • strategia delle risorse umane
  • strategia finanziaria.

La DGRIS (Direzione Generale per le Relazioni Internazionali e la Strategia) conduce studi ed elabora proposte sulla strategia di difesa. Raccoglie tutte le informazioni e le linee guida necessarie dalle organizzazioni del Ministero. 

La DGRIS controlla la pianificazione della difesa e, in collegamento con lo Stato Maggiore delle Forze Armate, la Direzione degli Armamenti e il Segretariato Generale per l’Amministrazione, assicura che la strategia di difesa sia coerente con il programma militare elaborato dal Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate.

Coordina i lavori preparatori del Ministero per il Libro bianco sulla difesa e la sicurezza nazionale, nonché i lavori di aggiornamento del Libro bianco e le revisioni strategiche.

Assicura la segreteria del Defence Strategy Board, un organo collegiale composto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, dal Delegato Generale per gli Armamenti, dal Segretario Generale per l’Amministrazione e dal Direttore Generale per le Relazioni Internazionali e la Strategia, o da loro rappresentanti, istituito con decreto del 29 aprile 2015.

Assicura la coerenza del lavoro svolto nell’ambito della riflessione strategica sulla difesa all’interno del Ministero, identifica la necessità di aggiornare la strategia di difesa, prepara le linee guida strategiche per il Ministro ed elabora una revisione annuale.

Nell’ambito di questo ruolo, contribuisce ai lavori di aggiornamento della legge di programmazione militare, in particolare analizzando il contesto strategico.

Conclusioni

Da questa ricostruzione si può evincere che le competenze in materia di difesa siano ripartite su vari livelli, e che non esiste un organo titolare unico di queste funzioni. Ne consegue che nella definizione delle linee guida in materia molto dipende dal contesto politico effettivo in cui si trovano ad operare le istituzioni. In particolare, nel caso in cui Presidente della Repubblica, Primo Ministro e Governo condividono lo stesso orientamento politico, il Capo dello Stato detiene un potere di indirizzo forte, al quale le altre istituzioni tendono naturalmente a conformarsi.

Diversamente, quando sussiste un regime di cd. Coabitazione, ovvero quando Presidente della Repubblica e Governo fanno capo a forze politiche diverse, è richiesta una maggiore cooperazione tra questi organi, anche in chiave europea: infatti, se è vero che in sede di Consiglio Europeo è il Capo dello Stato a indicare le posizioni della Francia, ai vari Consigli dell’UE partecipano i Ministri, potenziali portatori di un orientamento diverso da quello del Capo dello Stato. 

Spetta quindi ai singoli titolari dei vari livelli di competenza mostrare il giusto grado di sensibilità e diplomazia istituzionale per individuare una linea direttiva per quanto possibile condivisa: diversamente, si rischiano situazioni di stallo che possono mettere in crisi la capacità di decisione ed azione del Paese in una materia strategica e sensibile come quella della difesa nazionale. 

Andrea De Petris – Ricercatore in Diritto Comparato – UNINT Roma, Direttore Scientifico Centro Politiche Europee (Cep) Italia

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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