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L’innovazione di Leonardo si aggiudica la progettazione dei motori avanzati per il sottomarino Columbia per la Marina statunitense

L’11 gennaio, Leonardo Drs, la controllata americana del gruppo ex Finmeccanica attiva nell’elettronica per la Difesa, si è aggiudica contratti per un valore di oltre 3 miliardi di dollari, da parte della Marina Militare statunitense, per la fornitura di prodotti integrati di sistemi di propulsione elettrica per 12 sottomarini classe Columbia, a conferma di quanto anticipato nell’aprile 2023 al salone Navy League sea ari & space: tale sommergibile è una nuova classe di sottomarini a missili balistici progettati per sostituire la flotta di classe Ohio a partire dal 2027, la cui una lunghezza di 171 metri e un dislocamento di quasi 21.000 tonnellate li renderebbe i più grandi mai costruiti dagli Stati Uniti. Inoltre, avranno un equipaggiamento di 16 missili balistici, con un potenziale di circa il 70% della triade nucleare statunitense. 

Si tratta di elementi essenziali del sistema di propulsione principale utilizzato nella nuova generazione di sottomarini a missili balistici, di cui Leonardo Drs dovrà progettare e produrre il motore elettrico di propulsione principale a magneti permanenti, gli azionamenti del motore di propulsione, i quadri elettrici e i comandi di propulsione. Un risultato straordinario che aumenta ulteriormente l’importanza di Leonardo nel settore della difesa.

A ciò si aggiunge l’interesse da parte della Marina USA per le fregate di fabbricazione italiana Fremm, sulla cui base intendono sviluppare il progetto della fregata missilistica multiruolo di prossima generazione Constellation.

In un quadro che evidenzia una sempre maggiore necessità da parte dell’Unione Europea di dotarsi un esercito comunitario per la difesa comune e la presa di posizione delle proprie politiche, Leonardo, e in generale l’eccellenza italiana, come dimostra la centralità nazionale nei vari progetti di caccia Tempest e di carrarmati di nuova generazione, si attesta nuovamente come tassello di fondamentale importanza per il futuro dell’Unione. 

La spesa militare totale dei Paesi dell’Unione è seconda solo a quella degli Stati Uniti d’America. Ancora una volta, l’Unione Europea si mostra come un gigante dell’industria militare, le cui capacità devono essere messe a sistema per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla Pesc (Politica estera e di sicurezza comune), la quale ha inevitabilmente visioni diverse da quelle della Nato: in parole povere, si tratta di un’opportunità per l’Europa di riacquisire credibilità sullo scacchiere geopolitico internazionale. Si badi bene, questa creazione di una difesa comune europea non deve essere necessariamente intesa come alternativa alla Nato, bensì come una integrazione tra le due esperienze.

Tale necessità è evidenziata anche dalle recenti indiscrezioni, emerse grazie al racconto del commissario europeo francese Thierry Breton, su una conversazione privata del 2020 fra l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e principale candidato repubblicano alla presidenza nelle prossime elezioni, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Davos, nella quale l’ex presidente degli USA sostenne l’avvenuta “morte della Nato” e che “se l’Europa fosse attaccata, gli Stati Uniti non l’aiuterebbero”.






Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

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