GEODI – UNINT

Navi di bandiera italiane verso gli scali israeliani di Ashdod ed Eilat

Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha reso noto la riapertura in sicurezza per le navi italiane nei porti israeliani di Ashdod ed Eliat. La decisione è stata deliberata all’unanimità dal CISM durante la riunione del 14 febbraio scorso. Le operazioni commerciali italiane in questi porti possono, così, riprendere il via, aggiungendosi a quelle già attive nel porto di Haifa.

L’allerta era scattata già quando il Comando Generale della Guardia Costiera aveva comunicato l’innalzamento del livello di sicurezza marittima al massimo, MARSEC 3, per le navi mercantili battenti bandiera italiana diretti alla navigazione, l’ingresso nelle acque di giurisdizione e la sosta nei porti dello Stato d’Israele. Tale livello è da ricondurre nell’ambito della Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS) del 1974, la più importante tra gli strumenti inerenti la sicurezza marittima a disposizione sul piano internazionale. Più approfonditamente, la SOLAS prevede tre diversi livelli di sicurezza (MARSEC): il livello più basso di sicurezza è denominato MARSEC 1, segue il MARSEC 2 e, infine, il MARSEC 3, che rappresenta il verificarsi di minacce altamente probabili o imminenti. 

Dunque, guardando al sistema portuale israeliano, possono essere individuati tre porti principali: Haifa, Ashdod ed Eilat. Il porto di Haifa, situato nel nord di Israele lungo il Mar Mediterraneo, movimenta quasi la metà del carico container della nazione, nonché, svolge un ruolo pivotale nel traffico passeggeri. E’ dotato di due terminal container e due terminal multi-cargo, oltre a un terminal passeggeri, un molo per la pesca, uno yacht club, un porto turistico, silos per il grano e un terminale di prodotti chimici. Il porto di Ashdod, invece, si distingue per la sua posizione privilegiata, essendo distante a soli 40 km da Tel Aviv. Anche per questa ragione, è considerato uno speciale punto di accesso economico che vanta servizi che vanno dalla movimentazione delle merci alla logistica. La sua efficienza risiede nell’innovativo gateway automatico centrale per camion, che incorpora dati biometrici e sfrutta altre applicazioni d’avanguardia. Infine, il porto di Eilat si distingue per promuovere in modo particolare il commercio con l’Estremo Oriente. 

Da questa breve descrizione, si può facilmente comprendere quanto la situazione di instabilità nell’area medio-orientale, soprattutto se proiettata nel lungo termine, possa danneggiare gli scali italiani a livello economico-strategico e, più in generale, la competitività del Mediterraneo, già aggravato da altre dinamiche, prime tra tutte la pandemia da Covid-19, la guerra nel Mar Nero e l’insicurezza dello Stretto di Bab el-Mandeb. La riapertura della navigazione italiana nei principali porti israeliani è una buona risposta di resistenza o, meglio, “una boccata d’ossigeno per i nostri armatori e per i nostri porti nazionali collegati agli scali israeliani” come commentato dal Vice Ministro Rixi sul suo profilo X. 

Coordinamento a cura di Ciro Sbailò

Università degli Studi Internazionali di Roma - UNINT

Via Cristoforo Colombo, 200 - 00147 Roma | C.F. 97136680580 | P.I. 05639791002 | Codice SDI: M5UXCR1 | Mail: geodi@unint.eu