Annunciata la più grande esercitazione Nato dalla fine della Guerra Fredda
- 25 Gennaio 2024
Le operazioni, che inizieranno a fine gennaio e coinvolgeranno un imponente spostamento di truppe e mezzi da una sponda all’altra dell’Atlantico, saranno gestite dalla Allied reaction force, con sede in Italia, designata come base principale lo scorso autunno, parallelamente alla nomina dell’ammiraglio Giovanni Cavo Dragone a capo del Comitato Militare della Nato.
A differenza di quanto comunicato nel settembre 2023, quando l’esercitazione Steadfast Defender è stata inizialmente annunciata, saranno coinvolte 90mila truppe anziché 40mila. Solo l’esercitazione Reforger del 1988 vide un impiego maggiore di soldati, con 125mila truppe. Inoltre, saranno coinvolte più di 50 navi, tra cui portaerei e cacciatorpediniere, sottomarini, oltre 80 jet da combattimento, diversi F-35 britannici, elicotteri, droni e almeno 1.100 mezzi corazzati, inclusi carri armati e veicoli da combattimento di fanteria.
In attesa di ulteriori informazioni, che dovrebbero emergere nelle prossime ore, gran parte dell’esercitazione si svolgerà nella regione compresa tra Germania, Polonia e il Baltico. Questa area include il Corridoio di Suwalki, una stretta striscia di terra che separa l’exclave russa di Kaliningrad dalla Bielorussia, il quale è anche uno dei punti più vulnerabili dell’alleanza in caso di un’ipotetica offensiva russa. A Steadfast Defender farà seguito Nordic Response, considerato dalla Norvegia come il proseguimento naturale della esercitazione. Nordic Response avrà il suo centro di attenzione nel nord della Norvegia, della Svezia e della Finlandia, nonché nelle rispettive aree aeree e marittime, coinvolgendo la partecipazione di 20mila uomini provenienti da 14 Paesi alleati.
L’annuncio dell’esercitazione militare è avvenuto a due giorni di distanza dalla pubblicazione da parte del giornale tedesco Bild di un documento classificato come “Classified – For Official Use Only”, proveniente dal ministero della Difesa di Berlino, il quale illustra una roadmap del potenziale conflitto tra la Russia e la Nato. Lo scenario tracciato dalla Bundeswehr, le Forze armate tedesche, intitolato “Alleanza di difesa 2025”, e vengono delineate le manovre sia russe che occidentali, con una dettagliata temporizzazione e specifica localizzazione mensile, incluso il dispiegamento di centinaia di migliaia di soldati dell’Alleanza Atlantica, culminando inevitabilmente nello scoppio della guerra nell’estate del 2025. Inoltre, il documento prevede che l’escalation avrà inizio nel febbraio 2024 con la mobilitazione di ulteriori 200.000 militari da parte della Russia, a cui seguirà un’offensiva primaverile, supportata da un sostegno occidentale incerto a Kiev, con notevoli successi russi attesi entro giugno.
La narrazione prosegue con la presunta fomentazione di minoranze etniche nel Baltico e la provocazione di scontri utilizzati come pretesto per avviare una manovra su larga scala, nota come “Zapad 2024”, che prevede il dispiegamento di 50.000 soldati nella Russia occidentale e in Bielorussia a partire da settembre. Secondo quanto riportato dal giornale, l’obiettivo di Mosca sarebbe proprio la conquista del Corridoio di Suwalki di cui abbiamo accennato sopra, scatenando nel dicembre 2024 un conflitto di confine, con gli Stati Uniti potenzialmente in una fase di riassestamento dopo i risultati delle elezioni presidenziali. Infine, nel maggio 2025, la Nato prenderebbe la decisione di adottare misure di deterrenza credibili per evitare un attacco al Corridoio, tra cui il dispiegamento di 300.000 soldati, per fronteggiare le oltre 200.000 truppe russe.
In seguito all’articolo del Bild, il ministero della Difesa della Germania si è rifiutato di commentare il documento: tuttavia, un portavoce del ministero ha dichiarato che «considerare tutti gli scenari, compresi quelli estremamente improbabili, fa parte delle attività quotidiane del settore militare, soprattutto nell’ambito dell’addestramento». Non si è fatta attendere la smentita della Russia, tramite le parole del portavoce Dmitry Peskov, definendo l’articolo una bufala.